spirito!libero
00lunedì 31 maggio 2010 13:59
Ok, non è la mia materia ma ci provo.
Come ho avuto modo di dire nell’altro 3d, la teoria dell’evoluzione tenta di spiegare come si è evoluta la vita, ma non dice nulla su come la vita sia nata sulla terra.
La teoria dell’abiogenesi invece, tenta proprio di spiegare quali sono stati i probabili meccanismi che hanno innescato quel processo che noi chiamiamo vita.
Ogni teoria scientifica nasce per spiegare una serie specifica di fatti, la teoria della relatività si occupa di gravità e di spazio-tempo, ma non spiega i sistemi atomici semplicemente perché non è di sua competenza, così l’evoluzione spiega come la vita si evolve e non come la vita è nata.
Premetto che mentre l’evoluzione è un fatto e la teoria neodarwinista corroborata e assai solida con enormi conferme non solo in biologia ma anche provenienti da altre materie (fisica, geologia, chimica, genetica, ecc…) la teoria abiogenetica invece è poco sviluppata.
In realtà quindi ancora non sappiamo esattamente cosa accade, ovvero come si passò dalla non vita alla vita. Tuttavia gli scienziati hanno formulato diverse ipotesi, alcune delle quali davvero interessanti, in quanto logicamente coerenti e in linea con diversi dati sperimentali.
In pratica dunque, a certe condizioni ambientali, è possibile che si inneschino delle reazioni fisico-chimiche spontanee che portino alla creazioni di forme di vita assai primordiali. Una volta create le primissime forme di vita in competizione tra loro, mutazioni e selezione naturale hanno fatto il resto, cioè hanno fatto evolvere quelle forme primordiali in ciò che osserviamo in noi e fuori di noi.
Abbiamo dunque un ambiente, la terra pre-biotica (cioè la terra prima che ospiti la vita) in cui è noto esistevano enormi quantità di molecole organiche, le stesse molecole che si possono riscontrare facilmente nello spazio, ad esempio sulle comete.
Le molecole organiche non sono altro che i “mattoni” della vita.
Questi mattoni a precise condizioni ambientali, quindi chimico-fisiche, si possono combinare in modo da creare strutture che possono diventare auto replicanti.
Una delle ipotesi prevede che inizialmente alcuni grassi acidi semplici all’interno di un preciso range di Ph abbiano formato strutture stabili (cosa verificata in laboratorio). Queste strutture sarebbero permeabili alle molecole organiche di cui sopra, ovvero ai mattoni della vita. Questa struttura primordiale è in grado di assimilare altri grassi acidi disciolti nell’ambiente in cui si trova e quindi è in grado di “crescere”.
Tutto ciò semplicemente obbedendo alle leggi della chimica e della termodinamica.
Crescendo, queste specie di “vescicole”, tendono naturalmente a formare delle forme tubolari che continuano a ingrandirsi. Queste forme tubolari sono ovviamente soggette a forze esterne (onde, correnti, rocce, ecc…) che le spezzano in più parti, le quali continuano ad esistere separatamente.
Dunque, con dei semplici acidi grassi, possiamo ottenere qualcosa che spontaneamente tende a crescere e dividersi e soprattutto a competere !
La forma che inglobava più grassi infatti, aveva anche più possibilità di espandersi poiché occupava più volume nello spazio e quindi possedeva più probabilità di assimilare altri acidi vicini inaccessibili alle forme più piccole. Queste vescicole organizzate assai semplici permisero ai mattoni della vita di agire al loro interno in modo tale da creare dei nucleotidi in grado di auto polimerizzarsi (cosa anch’essa sperimentalmente accertata in laboratorio).
Per chi non sapesse cos’è la polimerizzazione veda qui:
ulisse.sissa.it/chiediAUlisse/domanda/2001/Ucau010317d001/
Queste sono le basi per mostrare che non è necessaria alcune “intelligenza” per fare in modo che la natura si organizzi per creare strutture auto replicanti che inneschino il processo che noi chiamiamo vita.
Saluti
Andrea
pyccolo
00lunedì 31 maggio 2010 17:37
Re:
spirito!libero, 31/05/2010 15.29
Me ne dici almeno altre due di queste infinite altre ipotesi sull’origine della vita ?
Ogni cultura, nel passato ed al presente, ha fornito le proprie spiegazioni sull'origine della vita.
Una ipotesi interessante è stata illustrata dal giudice Luigi Tosti... se la rintraccio la riporto.
Dato che la fantasia è pressapoco infinita, di ipotesi sull'origine della vita se ne possono immaginare a iosa.
E ovviamente tu che l’hai studiata a fondo lo puoi dire con cognizione di causa vero ? Infatti come fai a dire che non spiega nulla se non l'hai studiata ?
Pertanto, visto che la devi per forza aver studiata a fondo altrimenti non potresti dire che non spiga nulla, saprai dirmi certamente quale tipo di polimerizzazione continua a crescere fintanto che incontra monomeri e soprattutto sarai in grado di dirmi il perché è necessaria una struttura come quella dei grassi acidi per procedere all’autopolimerizzazione.
Ti risparmio il tempo, non troverai facilmente la risposta googolando, quindi o lo sai perchè hai studiato oppure non dirai nulla.
Continui ad insistere sulla preparazione didattica dei tuoi interlocutori, come se, mancando, si annullassero le capacità di riflessione e di sintesi o di trarre conclusioni logiche.
Per quel che mi riguarda non sono un chimico, ma ho studiato chimica, per oltre tre anni.
In questo momento sto scrivendo da una postazione fuori casa e non posso citare i testi su cui ho studiato. I testi, anche se un pò invecchiati, non scappano e potrei riferire prossimamente degli autori e della casa editrice.
Tu dici:
"
... saprai dirmi certamente quale tipo di polimerizzazione continua a crescere fintanto che incontra monomeri e soprattutto sarai in grado di dirmi il perché è necessaria una struttura come quella dei grassi acidi per procedere all’autopolimerizzazione."
Partendo dal presupposto che quest'interrogatorio fa un pò ridere,
devesi rilevare, innanzitutto, che tu parti dal presupposto che le condizioni ambientali, al cui interno si sono innescate le dette reazioni, siano, diciamo, ottimali: è ovvio, pertanto, che se è vero che sono state riprodotte in laboratorio, come tu specifichi, è altrettanto vero che un tale processo è stato seguito da personale specializzato (chimici, tecnici di laboratorio etc..), che ha combinato i fattori implicati al fine di verificare, in ultimo, la bontà dell' ipotesi. Ma, come sappiamo se le stesse reazioni si siano verificate in modo così naturale in un ipotetico brodo primordiale? Può essere ipotizzabile, perchè il linguaggio consente di ipotizzare tutto, ma non certo!
Inoltre, perchè la polimerizzazione abbia avuto seguito, dev'essere stato necessario un ambiente sovrassaturo di monomeri... ma non bastava, visto che la temperatura è un fattore fondamentale affinchè avvenga un'autopolimerizzzaione.
C'è, altresì, da sottolineare, o meglio da specificare, la natura degli acidi grassi.
E' vero che una autopolimerizzazione necessita di un ambiente di acidi grassi, ma non tutti gli acidi grassi sono uguali.
Le costanti di polimerizzazione variano, di conseguenza anche le temperature, per non parlare dell'inserimento di eventuali catalizzatori indispensabili e necessari in talune reazioni.
Come vedi, le variabili sono tante e, comunque, ipotizzando anche una creazione spontanea di polimeri di acidi grassi che si siano organizzati ( del tutto casualmente ) in sovrastrutture, passare al successivo grado della organizzazione presente in un organismo vivente con una argomentazione come quella della abiogenesi, mi pare davvero fuori da ogni cognizione di causa.
Quando qualcuno lo scoprirà potrà insignirsi del più alto titolo di onorificenza che umani abbiano mai avuto.
Per ora è pura utopia.
“La differenza che passa da un discorso ipotetico scientifico ed un discorso fideistico sta nella conclusione del discorso (modus ponens): “
Ahaha cos’è il modus ponens la conclusione del discorso ? sei uno spettacolo esilarante, collezioni termini a caso senza capire il loro significato, ma fai il clown di professione ? No perché se così non fosse hai un futuro assicurato insieme alla Orfei.
Conosci la formula dell'inferenza per dire che abbia detto una pagliacciata? Ma... sai leggere? Hai visioni di un discorso molto ristrette.
Pyccolo
pyccolo
00lunedì 31 maggio 2010 22:07
Re:
spirito!libero, 31/05/2010 20.39
Forse non hai capito, non mi interessano tutte le mitologie che sono state inventate dall’uomo per “spiegare” l’origine della vita giacché tutte, e dico tutte, si possono classificare in due:
1 è stata creata da una intelligenza, qualsiasi essa sia
2 è nata spontaneamente grazie alle leggi di natura
Siccome tu avevi detto che l’abiogenesi sarebbe una delle tantissime ipotesi allora ti ho chiesto quali altre esistevano, intendendo ovviamente per spiegazione non le diverse mitologie creazioniste, perché, ripeto, tutte sono uguali dal punto di vista della spiegazione ! Mi dici che differenza fa se la vita l’ha creata Zeus o Gesù ? L'importante è che qualcuno l'abbia creata in questa ipotesi.
In ultima analisi di modi perché si sia sviluppata la vita, ripeto, ce ne sono solo due o è stata creata o si è sviluppata spontaneamente.
Ridicolo e risibile ciò che dici, forse più risibile è che io dia voce a queste tue assurde farneticazioni... ogni ipotesi è diversa da un'altra, anche se tutte cercano di spiegare a modo proprio la vita.
Fra i ricercatori c'è chi ritiene che la vita abbia avuto origine nell'
atmosfera, chi nell'
argilla, chi nelle
comete, chi negli oceani, altri con teorie diverse, oltre che quella simpatica di Luigi Tosti, che mi riservo di riportare appena la rintraccio.
Non sono le teorie che manchererebbero, ma gli ideatori di esse.
Idem dicasi del campo religioso e filosofico: non ci sono solo creazionisti.
Pertanto se tu rifiuti l’abiogenesi devi abbracciare necessariamente una qualsiasi forma di creazionismo oppure astenerti dal prendere posizione.
Oppure, oppure, oppure...
Ma ti rendi conto di quanto vai cianciando? Temo di no.
Prendo posizione contro le tue ridicolaggini e ritengo ipotesi quelle altrui, che, stante la funzione del linguaggio, valgono tanto o niente quanto ogni altra.
Non hai imparato la lezione da Richard Feynman:
Non importa quanto sia bella la tua intuizione,
non importa quanto intelligente sia la persona che l'ha formulata o quale sia il suo nome...
se non è in accordo con gli esperimenti... è sbagliata... è tutto qui.
La logica è fondamentale, però per dire che una “teoria scientifica con base empirica” non funziona bisogna conoscere la teoria, non è affatto sufficiente il formalismo logico.
Non raccontare, per serie, barzellette.
Non hai risposto alla domanda, hai cercato “polimerizzazione” e hai scritto sta inutile pappardella
La tua è semplice insulsaggine.
Se sei così bravo cerca tu, e cento altri che ti aiutino, di rintracciare su google un facsimile della mia risposta.
"...io ti ho chiesto se sai qual'è il tipo di polimerizzazione che continua a crescere fintanto che incontra monomeri, non ti ho chiesto di parlarmi in generale di polimerizzazione perché so benissimo che basta scriverlo su google, pensi che sia così ingenuo ?"
Ti dico io che tu non ricordi nemmeno più ciò che hai chiesto.
Te lo dico io ciò che hai chiesto:
"... saprai dirmi certamente quale tipo di polimerizzazione continua a crescere fintanto che incontra monomeri e soprattutto sarai in grado di dirmi il perché è necessaria una struttura come quella dei grassi acidi per procedere all’autopolimerizzazione."
Com'è, ora non è più la risposta a quel
"soprattutto"che ti interessava?
E' diventata la prima parte?
Vuoi prendere per i fondelli?
Se è così che credi interrompo qui ogni discorso con vossia, e non perchè non sappia cosa rispondere, ma perchè il tuo discorso è viscido.
Intanto non hai significato quale sarebbe la tua preparazione scientifica, con ciò ingenerando dubbi sulla tua presunta preparazione. Poi le domande te le pongo io.
Buona notte amigos che gioca con le parole.
Pyccolo
pyccolo
00martedì 1 giugno 2010 14:12
Re:
spirito!libero, 01/06/2010 12.04
Bene, dunque ho ragione, sei d’accordo sul fatto che la terza via non esiste: o si pensa che la vita sia frutto dell’intelligenza di qualcuno, oppure che essa sia nata spontaneamente.
Incredibile come tenti di farmi dire che esistano vie e sentieri ipotetici. Non hai ancora capito che possono esistere solo nel linguaggio, ovvero come idee espresse in proposizioni.
Posso pensare sull'origine della vita quello che voglio, resterà sempre e solo un'idea ed esisterà sempre e solo nel linguaggio, non fuori da esso, perchè non dimostrabile.
Tu quale strada prendi ? (mi chiedo dunque come mai ti sei messo a ridere quando ho scritto precedentemente che non esiste una terza via !! misteri della fede nel linguaggio immagino)
Mi son messo a ridere perchè enunci principi espressi da altri e non ti ci attieni.
Qualunque strada si prende sarà una strada prodotta dal linguaggio, esistente sotto forma di idea o di stringa linguistica scritta.
Poichè il linguaggio in fatto di fantasie è forte (produce continuamente fantasie) non è possibile escludere fantasticamente molte altre idee sull'origine della vita.
Ad esempio Luigi Tosti (salvo ricredermi dopo che l'avrò verificato) parla di una terza strada e lo fa molto bene. Secondo il noto principio del "nulla si crea e nulla si distrugge", anch'esso produzione del linguaggio, a detta di Tosti, la vita sarebbe parte della materia, per cui non si creerebbe nè si distruggebbe, ma si replicherebbe secondo principi non ancora noti.
Religiosità scientifica è un ossimoro, la scienza non prevede nessuna religiosità.
Dal tuo punto di vista... non secondo Feynman:
"Ora vediamo come si fa a scoprire una nuova legge.
In generale, il procedimento per scoprire una nuova legge è questo:
Per prima cosa tiriamo ad indovinare.. non ridete è proprio così che facciamo."
Come vedi il processo scientifico inizia sempre con un tirare "ad indovinare" (indovinare è processo religioso).
Finchè si è nell'ambito delle idee, delle fantasie, delle teorie etc. siamo nell'ambito della religiosità.
Il problema non si pone ? Cioè tu non ti chiedi l'origine di te e quindi della vita ? Mi sembra alquanto superficiale come cosa.
Non è l'unico interrogativo che nella vita di ciascuno di noi resta senza risposte. Non ho detto che non mi pongo interrogativi, ma che per me non si pone il problema di una risposta ad ogni costo.
Diversamente mi dovrei chiedere dove inizia e dove finisce l'universo, perchè i numeri si susseguono uno all'altro all'infinito, che cosa sia il concetto di infinito etc. etc.
C'è chi dedica la sua vita a ricerche di questo tipo, sempre che ci sia chi lo finanzi, altrimenti sarebbe duro e c'è chi, come me, si dedica ad altro.
Ciò a cui ci si può dedicare è infinito come l'universo, così come il cuoco può combinare infinite ricette, o chi dipinge fondere fra loro colori all'infinito per infiniti quadri, o il musicista che può inventare infinite melodie, infinite canzoni, il poeta infinite poesie, il linguaggio idee infinite etc. etc.
Il problema in analisi della parola nasce quando si interrompe qualunque processo infinito (analisi = senza soluzione =infinito), ad esempio quando qualche cuoco (lo dico banalizzando per rendere l'idea) afferma che le sue ricette sono le uniche e sole valide per la salute, o quando il religioso dice che una sua idea, che dovrebbe essere una fra infinite, è verità ultima e assoluta e fa ruotare la sua esistenza intorno a quella verità fermando il processo del libero fluire infinito del pensiero, o, come direbbe Faynman, quando un ritrovato scientifico si dà per unico, vero ed eterno.
Inoltre tu stesso hai sempre detto che non esistono risposte definitive, pertanto se come dici non ti poni il problema della vita perchè non c'è una risposta definitiva non dovresti porti nessun altro problema visto che di risposte definitive secondo te non ce ne sono per nessun argomento !
Il mio non è un atteggiamento di chiusura, ma di apertura sia ad interrogativi che a responsi d'ogni genere, questo indipendentemente che ci possano essere o non essere risposte definitive.
E quindi, se non ti interessa in definitiva, che cosa ci fai nel 3d dedicato all’abiogenesi ?
Per dire che finchè resta fantasia sia inutile, controproducente a volte pericoloso lasciarsi tentare dal crederla vera e non dal valutarla come una possibiità fantastica fra tante altre.
La religione si comporta in questo modo: lascia credere vere molte fantasie, con tutte le conseguenze che tu conosci.
Saluti
Pyccolo
spirito!libero
00martedì 1 giugno 2010 17:10
“ Io ne avrei fatto una questione di due o tre vie? “
No ?
Riassumiamo:
1 P: “In ultima analisi l'abiogenisi è un'ipotesi fra infinite altre”
2 SL: “Me ne dici almeno altre due di queste infinite altre ipotesi sull’origine della vita ?”
3 P: “Ogni cultura, nel passato ed al presente, ha fornito le proprie spiegazioni sull'origine della vita.”
4 SL: “non mi interessano tutte le mitologie che sono state inventate dall’uomo per “spiegare” l’origine della vita giacché tutte, e dico tutte, si possono classificare in due: 1 è stata creata da una intelligenza, qualsiasi essa sia 2 è nata spontaneamente grazie alle leggi di natura”
5 P: “Fra i ricercatori c'è chi ritiene che la vita abbia avuto origine nell'atmosfera, chi nell'argilla, chi nelle comete, chi negli oceani, altri con teorie diverse, oltre che quella simpatica di Luigi Tosti, che mi riservo di riportare appena la rintraccio. Non sono le teorie che manchererebbero, ma gli ideatori di esse. Idem dicasi del campo religioso e filosofico: non ci sono solo creazionisti.”
6 SL: “E non sono forse tutte queste che hai elencato generazioni spontanee ? La risposta è si (Atmosfera = generazione spontanea, argilla=generazione spontanea, comete=generazione spontanea, oceani=generazione spontanea, dio=creazionismo, id=creazionismo, Odino=creazionismo, Vishnu=creazionismo, ecc...) O intelligenza creatrice o generazione spontanea, tertium non datur. Se troverai una terza via sarei curioso di ascoltarla, fino ad allora l’unica ridicolaggine è quella che hai scritto tu.”
7 P: ” Complessivamente la tua replica e la tua risposta, oltre a non essere risposta degna degli interrogativi posti, il che sarebbe il meno e comprensibile,è , e questo fa sorridere, una replica palesemente e stupidottamente cavata fuori, pateticamente, da un linguaggio che, più che aperto alla cultura, si difende dalle proprie paure.”
8 SL: “Dimmi, quale terza via esiste ?”
9 P: “Dove avrei parlato IO DI TERZA VIA?” (vedi frase 1)
10 SL: “Bene, dunque ho ragione, sei d’accordo sul fatto che la terza via non esiste”
11 P: “Incredibile come tenti di farmi dire che esistano vie e sentieri ipotetici” (eh ?? vedasi ancora punto 1)
12 SL: “Tento ? ma se lo hai detto tu ! non esistono terze vie” (vedi punto 9)
13 SL: “Ma te lo domando ancora una volta cosicché tu possa dirci una volta per tute e chiaramente se esistono terze vie e se si ovviamente dinne almeno una”
14 P: ” E' inutili, dopo siffatta replica poco intelligentemente e stupidamente pretestuosa. Io ne avrei fatto una questione di due o tre vie?”
Ecco qui un riassunto della coerenza di pyccolo, della sua capacità di argomentare, della linea logica delle sue repliche !! ahahahaha fantastico !! una collazione di incoerenze e di contraddizioni davvero incredibile.
Il problema è che tu non sai ragionare. Non hai capacità logiche tali da affrontare ragionamenti un pochino più complessi di quelli usuali nella vita di tutti giorni.
Ad esempio hai problemi con le
implicazioni necessarie e con i
quantificatori universali. Facciamo un esempio:
se è vera la frase:
"ogni cane esistente è all'interno di questa stanza"
ove sto utilizzando un
universale "ogni x" allora è necessario (ecco
l'implicazione necessaria) che siano false le seguenti proposizioni:
"qualche cane esistente non è all'interno di questa stanza"
"ogni cane esistente non è all'interno di questa stanza"
il che, ancora, implica necessariamente che sia vera la seguente:
"nessun cane esistente non è all'interno di questa stanza"
il che ancora implica necessariamente che sia vera anche al seguente:
"nessun cane esistente è all'esterno di questa stanza".
Ora quindi se tu affermi come vero che:
"esistono infinite ipotesi"
allora stai affermando necessariamente che esistono più di due ipotesi giacché due non è un infinito ma un numero finito.
“R ipeto l'invito di un addetto ai lavori che, da solo, sovverte ogni tua fantasia:”
Ipse dixit ! E be, se lo ha detto “l’addetto ai alvori” !! che fai scherzi ? ahahah
“Non pensi, dunque, che per lui la vita fosse un mistero e che la ricerca nel merito non abbia avuto alcun riscontro?”
Il problema è che Feynmann rifiutava Dio, pertanto non poteva credere a nessuna forma di creazionismo, ergo era necessariamente per al generazione spontanea, perché senza una intelligenza creatrice sempre esistita (dio appunto), la vita deve essersi necessariamente formata dalla materia, ovvero essere una struttura della materia, come del resto sanno benissimo tutti i genetisti.
Saluti
Andrea
pyccolo
00martedì 1 giugno 2010 18:39
Re:
spirito!libero, 01/06/2010 17.10]
“ Io ne avrei fatto una questione di due o tre vie? “
No ?
Riassumiamo:
1 P: “In ultima analisi l'abiogenisi è un'ipotesi fra infinite altre”
2 SL: “Me ne dici almeno altre due di queste infinite altre ipotesi sull’origine della vita ?”
3 P: “Ogni cultura, nel passato ed al presente, ha fornito le proprie spiegazioni sull'origine della vita.”
4 SL: “non mi interessano tutte le mitologie che sono state inventate dall’uomo per “spiegare” l’origine della vita giacché tutte, e dico tutte, si possono classificare in due: 1 è stata creata da una intelligenza, qualsiasi essa sia 2 è nata spontaneamente grazie alle leggi di natura”
5 P: “Fra i ricercatori c'è chi ritiene che la vita abbia avuto origine nell'atmosfera, chi nell'argilla, chi nelle comete, chi negli oceani, altri con teorie diverse, oltre che quella simpatica di Luigi Tosti, che mi riservo di riportare appena la rintraccio. Non sono le teorie che manchererebbero, ma gli ideatori di esse. Idem dicasi del campo religioso e filosofico: non ci sono solo creazionisti.”
6 SL: “E non sono forse tutte queste che hai elencato generazioni spontanee ? La risposta è si (Atmosfera = generazione spontanea, argilla=generazione spontanea, comete=generazione spontanea, oceani=generazione spontanea, dio=creazionismo, id=creazionismo, Odino=creazionismo, Vishnu=creazionismo, ecc...) O intelligenza creatrice o generazione spontanea, tertium non datur. Se troverai una terza via sarei curioso di ascoltarla, fino ad allora l’unica ridicolaggine è quella che hai scritto tu.”
7 P: ” Complessivamente la tua replica e la tua risposta, oltre a non essere risposta degna degli interrogativi posti, il che sarebbe il meno e comprensibile,è , e questo fa sorridere, una replica palesemente e stupidottamente cavata fuori, pateticamente, da un linguaggio che, più che aperto alla cultura, si difende dalle proprie paure.”
8 SL: “Dimmi, quale terza via esiste ?”
9 P: “Dove avrei parlato IO DI TERZA VIA?” (vedi frase 1)
10 SL: “Bene, dunque ho ragione, sei d’accordo sul fatto che la terza via non esiste”
11 P: “Incredibile come tenti di farmi dire che esistano vie e sentieri ipotetici” (eh ?? vedasi ancora punto 1)
12 SL: “Tento ? ma se lo hai detto tu ! non esistono terze vie” (vedi punto 9)
13 SL: “Ma te lo domando ancora una volta cosicché tu possa dirci una volta per tute e chiaramente se esistono terze vie e se si ovviamente dinne almeno una”
14 P: ” E' inutili, dopo siffatta replica poco intelligentemente e stupidamente pretestuosa. Io ne avrei fatto una questione di due o tre vie?”
Se prima non era chiaro ora ti sei tagliato i piedi con la tua accetta.
E' evidente il farfugliamento e l'incapacità tua di cogliere il senso del discorso altrui, "implicazioni" e cacchiate varie di cui ti riempi la bocca, come i "quantificatori universali", che poi altro non sono che le stesse cose che un analista della parola definisce "regole del gioco" e " criterio di giudizio vero/falso all'interno di un sistema di regole".
Non tirare fuori buffonate.
Il mio ragionamento è stato chiarissimo dall'inizio, solo che tu non hai la capacità mentale di afferrare il senso dei discorsi che si conducono.
E' chiaro a tutti l'intenzione tua di trascinare un discorso in un binario che ti appariva congeniale, ma senza, purtroppo per te, riuscirci.
Non mi va nemmeno di farti intendere dove toppa, e di grosso, il tuo discorsetto infantile delle sole due vie.
Non far ridere i polli.
Nemmeno ad una rilettura riuscirai a cogliere il senso delle mie risposte, che tu hai furbescamente (e l'ho evidenziato più di una volta) e stupidamente, oltre che strumentalmente utilizzato per farmi dire ciò che non ho mai pensato, non foss'altro che per la natura delle direzioni che assume il linguaggio e che ho sempre sostenute essere infinite.
Svegliati... scetate, ca l'aria è doce.
Non farti imbrigliare da metodiche che non sai usare.
Ragiona come mammata t'ha fatt.
Gli esempi sul cane fatteli in brodo, brodo canino.
"esistono infinite ipotesi"
allora stai affermando necessariamente che esistono più di due ipotesi giacché due non è un infinito ma un numero finito.
Azz.. che persistenza infantile
. Non hai imparato in matematica che fra due numeri ci sono infiniti numeri intermedi?
Sei stato tu a racchiudere possibili infinite ipotesi in due classificazioni, non io. Ti ho voluto citare l'ipotesi Tosti nella speranza che capissi che alle tue due arbitrarie classificazioni se ne poteva aggiungere, volendo, una terza che, a dispetto del creazionismo e di un'origine abiogenetica della vita, dava la vita non originata, ma, come la materia, esistente da sempre (senza perciò alcuna necessità di originarsi dalla materia).
Perciò crezionismo, abiogenesi, esistenza da sempre della vita (nè creazionismo nè abiogenesi)
Ma che fai quando leggi, hai a fianco giornaletti porno che ti distraggono?
“Non pensi, dunque, che per lui la vita fosse un mistero e che la ricerca nel merito non abbia avuto alcun riscontro?”
Il problema è che Feynmann rifiutava Dio, pertanto non poteva credere a nessuna forma di creazionismo, ergo era necessariamente per al generazione spontanea, perché senza una intelligenza creatrice sempre esistita (dio appunto), la vita deve essersi necessariamente formata dalla materia, ovvero essere una struttura della materia, come del resto sanno benissimo tutti i genetisti.
Ma come fai a rispondere asse per picche. Dire che la vita sia un mistero e che la ricerca nel merito non abbia avuto alcun riscontro significa sostenere che Feynman credesse in Dio e in qualche forma di creazionismo?
Cosa devo dunque concludere?
Che il dotto signore che si riferisce all'origine della vita come ad un mistero, concludendo che nulla ad oggi lo abbia disvelato, sia un credente? Che cosa ti induce a questa conclusione?
Il problema della risposta all'origine della vita, se affrontato con l'intenzione di contrastare il concetto religioso di creazionismo, come stai facendo tu e gente come te, porta necessariamente ad un estremismo concettuale che ha a che fare con una sorta di invidia religiosa, tant'è che sei costretto a ricorrere alla fede per sostenerlo. Da dove ti distingueresti, religiosamente, dai creazionisti?
Hai risultati diversi nelle mani tali che, come ha detto il famoso dotto personaggio, spieghino il mistero della vita?
Non ingeneriamo false attese con queste brodaglie primordiali, così tanto per opporsi al creazionismo o addirittura, come dice Tosti, alla vita come forma asistente da sè e quindi di una sorta di divinità.
Ma mi faccia il piacere... tuonò Totò.
Pyccolo
pyccolo
00martedì 1 giugno 2010 23:52
Sono riuscito a rintracciare la tesi di Luigi Tosti, che riporto. Consiste in un'ipotesi sull'origine dell'universo e della vita.
Come altre ipotesi è e resterà ipotesi, produzione del linguaggio di Tosti, finchè non sarà dimostrata.
Secondo questa tesi l'universo e la vita sono ab eterno in eterno.
Si tratta di affermazione, com'è ovvio, fuori dal linguaggio, non meno delle altre tesi, nel senso che il linguaggio, pur producendo l'intero discorso di Tosti, non è in grado di verificarne l'attendibilità.
Resta una fantasia.
D'altra parte, (secondo il modus ponens), le premesse fin qui chiacchierate non sono fondate, per cui, razionalmente, possiamo affermare che, a maggior ragione, non possono risultare fondate le conclusioni.
Questa la tesi di Tosti:
Perché mi riesce impossibile credere nell'esistenza di Dio
Saggio di Luigi Tosti (*)
:
(*) Il giudice Tosti chiese, difendendo la Costituzione italiana e la Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo, la rimozione dei crocifissi dai luoghi pubblici.
:
E' bene premettere che credere nell'esistenza della balena e credere nell'esistenza di Dio non è la stessa cosa. Chi crede nella balena lo fa perché l'esistenza fisica del cetaceo è stata materialmente accertata e documentata e, inoltre, può essere riscontrata da chiunque lo voglia, viaggiando per mare o visitando acquari e/o musei di storia naturale. Chi crede in Dio, invece, non lo fa perché l'esistenza fisica di Dio sia stata acclarata da qualcuno e possa essere, all'occorrenza, riscontrata da chi lo voglia: in realtà l'esistenza di Dio è stata (e viene tuttora) supposta per fornire la giustificazione "logica" dell'esistenza del Creato, cioè dell'Universo. Si tratta di un'esigenza che è scaturita nel momento in cui l'uomo ha raggiunto l'autocoscienza, cioè la consapevolezza di "esistere" e di essere immerso in un universo che "esisteva".
:
La propria "esistenza" non è stata percepita dall'uomo (né lo è tuttora) come ferma, illimitata e immutevole, ma in senso diametralmente opposto. In altre parole l'uomo ha la consapevolezza di nascere, prima, dai propri genitori, poi di crescere e, alla fine, di dover morire, e nel suo convincimento tutto questo avviene in un ciclo causale (cioè di causa-effetto) che si consuma nel tempo: se io esisto, lo devo al fatto che sono stato generato dai miei genitori i quali, a loro volta, sono stati generati dai loro genitori; e così via, a ritroso nel tempo.
:
Anche l'esistenza dell'universo è stata percepita (e viene percepita) come mutevole e limitata. Infatti tutto si muove, si trasforma e cambia: prima vi è una realtà, poi ve n'è un'altra e, infine, domani ve ne sarà un'altra ancora. Orbene, la consapevolezza che l'esistenza propria e dell'universo fosse necessariamente correlata col tempo ha indotto l'uomo (e tutt'ora lo induce) ad ipotizzare un "inizio" e a porsi, dunque, questa fatidica domanda: "chi mai ha creato l'uomo e il mondo?".
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In altri termini, se l'esistenza dell'universo non è ferma, ma si è svolta nel passato, si svolge nel presente e si svolgerà nel futuro, è sembrato lecito (e tutt'ora lo sembra) chiedersi quando essa sia iniziata e, altresì, quando essa finirà. Ebbene, la risposta primordiale a questa domanda è stata quella di ipotizzare che l'inizio del mondo e di tutti gli esseri viventi fosse da attribuire ad un atto creativo di un Essere soprannaturale e immortale (quindi pre-esistente), capace appunto di creare dal nulla la materia e gli esseri viventi e ad ipotizzare, poi, che vi dovesse essere anche la "fine" dell'universo (creato). L'attributo principale ed essenziale che è stato (e che tuttora viene) appioppato a Dio, dunque, è quello di "creatore" dell'universo. D'altra parte, se Dio non fosse un essere creatore, egli si troverebbe -come essere esistente- sullo stesso piano dell'universo. In altri termini, ipotizzare un Dio che "esiste", ma che "non ha creato nulla", è perfettamente inutile, dal momento che "anche" l'universo "esiste" e "non ha creato nulla".
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Tuttavia, la supposizione dell'esistenza di un Dio-creatore, oltre che assolutamente inconcludente sotto il profilo logico, si rivela del tutto incompatibile con una delle leggi fisiche fondamentali, quella secondo cui "in natura nulla si crea, nulla si distrugge e tutto si trasforma": legge fisica dalla quale si deve trarre anche il necessario corollario che il tempo, inteso come "inizio" (o creazione) e "fine" (o annichilimento) della materia (e quindi dell'universo), in realtà non esiste.
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La legge fisica in questione afferma, infatti, che se brucio un foglio di carta non ho in realtà distrutto un bel nulla, ma ho soltanto trasformato quel foglio di carta in calore e cenere. Il calore e la cenere corrispondono perfettamente, infatti, alla stessa materia che è stata coinvolta, all'inizio, in quel processo di trasformazione. Alla stessa stregua, l'esplosione di una bomba atomica non determina l'annichilimento di un solo atomo, bensì la trasformazione di materia in energia: un processo, questo, che può essere invertito, dal momento che l'energia può essere trasformata in materia. Il corollario che scaturisce dalla legge fisica che in natura nulla si crea e nulla si distrugge è che il "tempo" (inteso come "inizio" (o creazione) e "fine" (o annichilimento) della materia) non esiste nella realtà fisica, ma è solo una rappresentazione convenzionale della nostra mente, necessaria per misurare il movimento della materia, cioè le sue continue trasformazioni. Così, ad esempio, quando si dice che "è trascorso un anno", non si fa reale riferimento al trascorrere effettivo della "entità" "tempo", quasi si trattasse di un punto (presente) che si muove verso il futuro lungo una retta, lasciando dietro di sé la scia del passato, ma si afferma soltanto che la terra ha fatto un giro attorno al sole. Quando si dice che "occorrono venti anni perché un bambino diventi uomo", si fa un'affermazione scorretta, perché non è il tempo che fa crescere e maturare un bambino, ma sono le sostanze alimentari che egli ha assunto -e che l'organismo ha assimilato- che gli consentono di svilupparsi sino a quel punto. Se quel bambino avesse omesso di alimentarsi in quei venti anni (cioè in quei venti giri della terra attorno al sole), sicuramente non sarebbe divenuto uomo, ma si sarebbe trasformato in uno scheletrino. E che il tempo sia soltanto un modo convenzionale per misurare il movimento della materia (organica o inorganica che sia) non può essere contestato, dal momento che la velocità del "movimento" della materia influisce sulla misurazione del tempo, rendendolo "relativo". Un giorno terrestre dura le attuali 24 ore dell'orologio (anch'esso creato dall'uomo con meccanismi che "si muovono" per misurarlo) solo perché correlato all'attuale velocità di rotazione della terra. Se questa velocità raddoppiasse, però, il giorno durerebbe 12 ore dell'attuale "velocità di movimento" delle lancette dell'orologio.
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Dalla diretta correlazione tempo-movimento deriva il necessario corollario che, se tutta la materia -dagli atomi all'universo- fosse completamente immobile (ivi compresa l'elaborazione dei pensieri da parte del nostro cervello), non si potrebbe neppure avere l'idea del tempo come attualmente la percepiamo: ogni attimo, infatti, sarebbe perfettamente eguale a quello precedente e a quello successivo, essendo tutto perfettamente eguale nel cosiddetto "passato", nel cosiddetto "presente" e nel cosiddetto "futuro".
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Da queste considerazioni logiche discende che l'universo di cui facciamo parte non è minimamente influenzato dal "tempo" che, in realtà, non esiste: ciò che realmente esiste è soltanto la continua ed incessante trasformazione della materia, ma questa "trasformazione" -che è la caratteristica intrinseca e peculiare della materia stessa- non ha mai determinato la distruzione -cioè l'annichilimento- di un solo atomo!
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Per poter dimostrare che il tempo (inteso come inizio, trascorrere e fine dell'universo) esiste realmente, bisognerebbe dimostrare che è possibile creare o annichilire una pur minima porzione di materia: questa possibilità, però, cozza con la realtà della fisica e, dunque, si profila del tutto irrazionale e inammissibile. Solo se qualcuno riuscisse a dimostrare che è possibile annichilire un solo atomo (e non, semplicemente, trasformare l'atomo in energia o viceversa), si potrà ipotizzare la tesi del "creazionismo", cioè che vi possa essere stato un " momento in cui è stata creata, dal nulla, la materia", e, conseguenzialmente, che " il tempo esiste come entità", cioè come entità che consente ad un Dio, già esistente, di creare ciò che prima non esisteva e magari, poi, di distruggerla. Questa eventualità, tuttavia, è categoricamente esclusa dalla legge fisica che governa la natura, sicché si può tranquillamente affermare che è fisicamente impossibile che un solo atomo della materia dell'universo possa essere stato creato o possa essere distrutto da chicchessia, ivi incluso Dio.
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In conclusione: è assolutamente incompatibile con la realtà fisica ipotizzare che l'universo possa essere stato "creato" (o possa essere annichilito) da chicchessia: caduta l'ipotesi del "creazionismo", cade necessariamente l'ipotesi del Dio-creatore. Pertanto, alla domanda "chi ha creato l'universo" si può fornire una sola risposta: "Nessuno". E il perché di questa risposta univoca è assai semplice: "Perché la domanda si fonda, in realtà, su un postulato falso, dal momento che le leggi fisiche escludono che vi sia la possibilità di creare materia: non è dunque possibile identificare l'autore di un'azione che è impossibile compiere".
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Le stesse considerazioni varrebbero per qualsiasi altra domanda che si fondasse su postulati altrettanto falsi. Ad esempio, alla domanda "Chi è che fa volare le balene nel cielo?" solo gli "Iddioti" (neologismo che mi permetto di mutuare dal matematico prof. Piergiorgio Odifreddi) potrebbero scervellarsi per cercare di fornire le generalità di "Colui che fa volare le balene"; i sani di mente, al contrario, risponderebbero senza alcuna esitazione: "Nessuno!" E la giustificazione di tanta certezza risiede anche qui nel fatto che la domanda si fonda su un postulato falso, dal momento che le leggi fisiche escludono che vi sia la possibilità che le balene volino nel cielo, sicché non è possibile identificare l'autore di un'azione che è impossibile compiere.
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Queste conclusioni non possono essere invalidate dalla teoria del Big Bang: si può infatti tranquillamente affermare -al di là della validità o meno di questa teoria- che l'universo attualmente esistente è esattamente identico a quello esistente al momento del Big Bang. La teoria del Big Bang, in effetti, non fa altro che ipotizzare l'esplosione di una quantità immane di materia che si era precedente addensata sino a raggiungere una massa volumetrica piccolissima. Questa esplosione avrebbe poi determinato il lancio e l'espansione della materia nello spazio e lo sviluppo di energia, analogamente a quanto avviene nell'esplosione di una stella supernova. Il Big Bang non prova però nulla, né tantomeno prova che "l'universo esiste da tot miliardi di anni", come alcuni affermano, lasciando quasi supporre che, prima di quell'evento, l'universo... non esistesse! In realtà il Big Bang nient'altro è se non uno degli infiniti eventi trasformativi della materia -presumibilmente ricorrente- che riguarda quella porzione di universo infinito che noi possiamo indagare. All'attuale espansione dell'universo per noi visibile, infatti, potrebbe seguire una contrazione sino a generare un nuovo big bang: e così via di seguito, sino all'infinito. Né si può ipotizzare che la cosiddetta "vita" sia una prerogativa esclusiva del pianeta Terra e che essa si sia formata soltanto qualche miliardo di anni fa. La constatazione che la materia si trasforma incessantemente deve indurre, semmai, ad ipotizzare l'esatto contrario, e cioè che la materia ha la capacità di trasformarsi da forme inorganiche a forme organiche, e viceversa: e questo in qualsiasi punto dell'universo e in qualsiasi momento. Questa incessante trasformazione -per nient'affatto influenzata dal "tempo"- non è a senso unico, cioè proiettata nel futuro, bensì ciclica: si può ragionevolmente affermare che tutto ciò che è accaduto accadrà di nuovo. Se vi è vita sulla terra, vi è stata vita e vi sarà vita anche in altri infiniti pianeti: qualsiasi trasformazione, infatti, avviene senza il minimo "dispendio" di materia e di energia, cioè senza che venga annichilito un solo atomo, sicché l'Universo si manifesta come una macchina eterna ed illimitata, che non ha bisogno di Dio per funzionare e il cui bilancio tra energia e materia è sempre in pareggio. D'altra parte, la tesi del Dio-creatore si rivela come un modo surrettizio e inconcludente di rispondere alla domanda "chi ha creato il mondo?". Nel momento in cui, infatti, si identifica in Dio l'Essere che avrebbe "creato" l'universo in un certo istante, si deve necessariamente ipotizzare che quel Dio già esistesse e non abbia mai avuto un "inizio" ed una "fine": in caso contrario, infatti, questo Dio-creatore avrebbe le stesse caratteristiche che si attribuiscono all'universo-creato. Ma allora sorge spontanea un domanda: che senso ha ipotizzare l'esistenza di un Essere (Dio), che non avrebbe mai avuto inizio e non avrà mai una fine, per giustificare l'esistenza di un altro Essere (l'Universo) che -sino a prova contraria- non ha mai anch'esso avuto un inizio e non avrà mai una fine? In altre parole, se il Dio-creatore esisteva già prima della creazione dell'universo, come si può negare che egli avesse la stessa identica prerogativa che compete all'attuale Universo, cioè quella dell' "esistenza"? E per quale motivo, allora, sarebbe necessario -per giustificare l' "esistenza" dell'Universo- ipotizzare l'esistenza di un Dio-creatore, e non sarebbe invece necessario ipotizzare l'esistenza di un altro Essere-creatore, per giustificare l'esistenza del Dio che ha creato l'Universo?
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Come si vede, la "soluzione" del Dio-creatore, congetturata per giustificare l'esistenza dell'universo, non risolve un bel nulla ma, al contrario, fa sorgere la necessità di congetturare l'esistenza di una catena infinita di altri Dei-creatori, per giustificare l'esistenza di ciascuno di essi! Tanto vale, allora, affermare che l'Universo -che abbiamo sotto gli occhi e della cui esistenza siamo certi- c'è sempre stato e sempre ci sarà, come peraltro ci insegna e ci attesta in modo inconfutabile la fondamentale legge fisica secondo cui è assolutamente impossibile, in natura, creare o distruggere una pur infinitesimale porzione di materia.
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Luigi Tosti
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Va da sè che il discorso di Tosti sia, tutto sommato, non molto dissimile dal discorso creazionista:
Secondo lui, a ben pensarci, materia e vita avrebbero le stesse caratteristiche di eternità che i creazionisti attribuiscono ad un ente originatore del cosmo. Tosti si ferma prima, i creazionisti fanno un passo in più.
Pyccolo