ro-mario
00mercoledì 25 gennaio 2006 02:23
davvero un gran bello spettacolo, quello che la Cortellesi sta presentando al Teatro Ciak di Milano.
Toglietevi dalla testa il cabaret, tanto caro agli organizzatori del festival del teatro canzone: qui si parla di teatro. Di gran teatro.
La Cortellesi, sola sulla scena, recita più parti contemporaneamente. Parti che, all'inizio, sembrano slegate l'una dall'altra, ma che andranno ad intrecciarsi nel finale della storia.
Il palco è vuoto, c'è solo una grande pedana rotonda che gira su se stessa, ed accessori vari come una sedia, una scrivania con computer, una macchina della polizia mooooolto essenziale..., che vanno e vengono a seconda delle esigenze di scena.
La Cortellesi è eccezionale nel passare, anche nell'arco della stessa scena, da un personaggio all'altro, da un dialetto ed un modo d'agire ad altri completamente diversi.
S'inizia con due spari, poi la signora delle pulizie della Green Life Italia, una grande azienda con più di seicento dipendenti che produce dentifrici, inizia a raccontare seduta su una sedia. Parla un pò della sua vita (ha l'accento meridionale), eppoi di Luciana, una gran brava persona, se non fosse per quella faccenda della pistola.
Poi facciamo la conoscenza dell'amministratrice delegata della Green Life Italia, una signora -conterranea dell'addetta alle pulizie, ci si dice- di gran classe, sposata con un amministratore delegato di un'altra grande azienda. Donna di polso (la vediamo mentre spiega ai sindacati che la Green Life non licenzia nessuno: purtroppo, però, non è in grado di rinnovare i 150 circa contratti a termine in scadenza) ma molto sola (il marito è sempre all'estero). Infatti, è l'unica che resta in azienda dopo l'orario di chiusura. A lavorare? No, a chattare su internet ("ciao, sono la tua Maledetta Primavera. Mi vuoi spiegare come mai hai scelto come nick "prepotenza pelvica"? Posso chiamarti "prepo"? Qual è il tuo vero nome? Sigismondo?.... Hai sessantacinque anni e fai il prete???.... No, sono ancora qui... ti piace il nome "prepomondo"?").
Poi ci sono i due guardiani notturni, che lavorano poco e mangiano sempre. Potrebbero lavarsi un pò di più ("io non pretendo farsi la doccia tutti i giorni, ma una doccia a settimana è il minimo, almeno per il rispetto del prossimo..."). Uno è magro magro e un poco smorto ("fai venire fuori l'aborigeno che è in te!" gli urla l'altro ad un certo punto), l'altro ha sessantacinque anni, grasso, gran mangiatore di panini con frittata preparati dalla moglie. In fondo, un bonaccione. (la Cortellesi interpreta il secondo)
Poi c'è una poliziotta veneta, che si è trasferita a Roma per sentirsi un pò utile, chè nel suo paese non succede mai niente. La mandano, insieme al suo collega (che non vediamo) a risolvere un problema nella zona dei transessuali. Fermano Manuel, in arte Manuela. La poliziotta, incuriosita dal tipo, passa a prenderlo dopo aver staccato. Lui/lei la porta nel parcheggio della Green Life, ma la poliziotta non sembra intenzionata a far sesso ("parlami di te" "in colombia facevo la fame, qui vesto Dolce&Gabbana. Finito"), poi si lascia andare a raccontare di come nella sua vita non abbia mai avuto il coraggio di lasciarsi andare e di trasgredire. Tranne quella volta in macchina, quando il figlio del fattore s'era fermato a guardare le stelle e poi ha iniziato a toccarla sotto la camicetta. Ma senza baciarla e senza dolcezza, così la poliziotta gli ha arrivato un cartone in faccia, salvo poi rimpiangere di averlo fatto per un sacco di tempo...
Alla Green Life, nel frattempo, è arrivata Luciana: 33 anni, contratto a termine, ha appena saputo di essere stata licenziata. Suo padre è morto senza lasciarle nulla, sua madre non riesce più nemmeno a trovare lavoro come sguattera (le bielorusse costano la metà, e lei inizia ad avere qualche malanno), suo marito è dovuto andare a fare il muratore in Germania e lei, incinta al settimo mese, con uno stipendio di 700 euro ed un affitto di 350, non sa davvero come andare avanti.
Va a piangere dai guardiani notturni, poi sfila la pistola dalla fondina di quello più anziano. Minaccia di fare una strage, dice di essere cattiva e di non aver nulla da perdere...
L'altro guardiano notturno le spara, ma sbaglia il colpo e deve lasciarle anche la sua pistola. Ma la poliziotta, nel parcheggio, sente gli spari e decide d'intervenire. Il travestito la segue.
Mentre minaccia, a Luciana si rompono le acque: il clima si fa sempre più teso, anche perché la poliziotta ha fatto irruzione nella stanza e le due si puntano contro le pistole. La poliziotta intima a Luciana di lasciare la sua, che la poveretta continua a puntare contro chiunque accenni ad un movimento. Dopo ripetuti avvertimenti, la poliziotta è obbligata a sparare. E lei ha una buona mira.
Il figlio è appena nato, e Luciana ha solo il tempo di spiegargli che lui non deve fare il suo stesso errore: non deve subire per trent'anni, deve ribellarsi subito. "quando qualcuno ti darà uno schiaffo, tornaglielo subito. E continua a dire NO a tutto e a tutti".
Luciana muore piangendo, ma il figlio non versa nemmeno una lacrima (e qui ci sarebbe da aggiungere che, all'inizio, la Cortellesi spiega come un figlio "senta" lo stato emotivo della madre, come per dire che, poi, nel finale, Mario (questo il nome del bambino) nasce già incazzato contro il mondo).
Finale: la signora delle pulizie: "Il creatore ci ha detto "beati gli ultimi perché saranno i primi". Si è solo scordato di dirci QUANDO".
Grandi applausi alla fine, con la Cortellesi richiamata sul palco per tre volte. Teatro pieno (anche se il Ciak non è grandissimo).