[QUEST EF] Informazioni al Mercato [ok][THUKE]

°°°Erinn°°°
00mercoledì 9 dicembre 2015 00:13
Mercato - Erinn, Fehrer

RIASSUNTO: Erinn e Feher si incontrano per aggiornarsi sugli ultimi sviluppi. Alla fine vedono lo Spettro del Professore e lo seguono.


ASTERISCHI:

* SCAMBIO INFO

Fehrer dice a Erinn:
- "Perché da solo ho appreso altre informazioni che riguardano te più da vicino di quanto immaginassi. Ma,con ordine: ho conosciuto un ragazzetto proveniente da Barrington, che vuole incontrarti. Lui mi ha confidato alcune cose, io altre, ma non ho fatto il tuo nome. Permettendoti così di cercarlo coi tuoi tempi, e a modo tuo. Si chiama Donatien, e puoi scrivergli alla bettola.'' […] ''Ma è la notte scorsa che ho avuto l'incontro più interessante. Lo spirito raffigurante un vecchio è comparso sul Tor e, a differenza dei fantasmi comuni, era avvolto da luce rossa. Pur confidandomi di non fare parte dell'equipaggio e di non poter donare né la sostanza comune né la sostanza che cerchiamo, mi ha raccontato una storia interessante e, per concludere, mi ha confidato che tu potresti essere la chiave. Tu e un'altra donna siete le uniche personalità tuttora presenti fra le due terre ad aver vissuto i tempi dai quali pare essere cominciato quel che viviamo oggi.'' + identificano la donna come Leia.
- ''E' questo il punto. Per quanto abbia evitato di fornire nomi, c'è qualcuno che l'ha fatto e che potrebbe farlo ancora. Anche se il vecchio ha assicurato che nessuno potrà mai più incontrarlo: al posto suo, nelle prossime notti, allo stesso posto, compariranno in ordine uno spirito che mostrerà la situazione attuale e un altro che rivelerà il futuro.''
- ''Ad ogni modo il vecchio mi ha mostrato, con una magia o chissà quale artificio, un vecchio duello appartenente a una sorta di giostra. Poi un altro e un altro ancora, con un unico protagonista comune: Actar, un vecchio Cavaliere di Avalon decaduto. Egli sconfisse l'allora Apocalisse del Caos e, sembra, tradì la Magione. Questa è la sua colpa da scontare. Actar fa parte dell'equipaggio fantasma, Erinn, e il Comandante dell'Estrella, a quanto pare malvagio, ha deciso di farla scontare non soltanto a lui, ma pure ai Cavalieri di oggi, perché quelli di ieri non corsero in suo aiuto. E, per essere precisi, ha deciso di farla scontare a tutti quanti noi, in che modo non lo so.''
- "Sono i vostri ricordi che potrebbero giocare un ruolo fondamentale nella vicenda e cambiare gli equilibri in gioco. Potrei banalmente la ridurre la questione a un punto d'onore: come se, da buon vecchio Cavaliere, Actar dovesse riscattare il suo passato in nome del futuro, e andare oltre. Ma entrambi possiamo dedurre che non sarà così semplice e, quindi, qualsiasi cosa conosciate di Actar aiuterà.'' ''Il male che si era insidiato in lui - questo, almeno, ha raccontato il vecchio - doveva essere davvero grande, se in una situazione del genere non ricorse al Tempio - per il quale, da Cavaliere, aveva l'onere di combattere. Ma Erinn, non conosco i veleni e non ho la vostra comprensione in merito, eppure mi chiedo cosa possa cambiare a questo punto...''

Erinn a Fehrer:
- “Ricordo qualcosa del Cavaliere, ma i miei ricordi sono legati alla mia congrega: so che ha aiutato a salvare la Dimora da un incendio, ma che poi è stato ritenuto ospite non gradito per atteggiamenti offesivi… da caotico, mi è stato riferito.” “Ma ricordo anche altro… ci sono degli appunti confusi, di Nihadiel. Me ne accennò, una volta… molto tempo fa. Lo ricordo perché era una richiesta strana anche per noi venefici: egli le chiese di guarirlo da una maledizione!” “Una maledizione, sì, anche se non rammento di che cosa si trattasse… e lui… diede a Nihadiel una fiala col suo sangue!”


* E' vero che Actar diede a Nihadiel una fiala del suo sangue, perché creasse un veleno contro la sua maledizione. Solo che la maledizione in questione era la licantropia! Il veleno non si e' mai creato, ovviamente. E probabilmente se c'e' ancora una fiala di sangue e' bello che seccato! ^^
A Thuke l'ardua sentenza!


* Abbiamo bisogno di un Master per ruolare la continuazione col Professore che, tra l'altro, ha queste fattezze: erinn.altervista.org/_altervista_ht/4d821599ecc582a1ab14fe16e059...



COMMENTO: Non sono in grado di ruolare quando studio! Chiedo venia, interrompo la mia attività su Avalon fino al 17, perché non ho la capacita' mentale di ruolare dopo una giornata di studio! [SM=g27834]



FEHRER [Nei pressi del Mercato] Molti dei banchi hanno ormai dei drappi a celare la merce, e i proprietari che li hanno smontati si affaccendano nelle ultime, routinarie manovre che li portano a sbaraccare e a rinviare le transazioni all'indomani. Nel cuore della città - che di giorno pulsa con attorno tanti piccoli capillari e di notte vede le voci divenire meno concitate, con quei pochi mercanti rimasti che ancora tengono botta a tentare di concludere alacremente gli ultimi affari -, palpita un silenzio intenso interrotto qua e là dallo scalpiccio di stivaletti lontani, segno di una delle marachelle che combinano i mocciosi delle abitazioni che stentano ad accettare che è giunta l'ora del sonno. L'Alfiere Nero non conosce requie e, piuttosto che abbandonarsi alla seduzione di un riposo cui non può cedere, continua la sua personalissima indagine sugli eventi che hanno scombinato quello che Avalon ha il diritto di godersi. Lui, che veste una camicia bianca tenuta sul petto da dei lacci e dei pantaloni neri piuttosto larghi e fasciati, è armato della fedele coppia di spade incrociate sulla schiena: la lunga Rudra e la bastarda Saevasechta; e si guarda attorno per tentare di riconoscere fra i volti delle figure che sfilano lungo le vie illuminate da uno spicchio di luna e da delle torce allegre, quello della Venefica con la quale ha avuto un contatto scritto. E' riconoscibile: la statura massiccia, i capelli biondi e la barba folta denotano l'inconfutabile appartenenza al Nord e all'arte della guerra, che non tutti coloro che si avvicendano lungo bancarelle d'ogni fattura potrebbero recare.

ERINN [Pressi del Mercato] Il sole è calato sull’Isola Sacra e tu torni a vagare entro le mura della cittadella, dirigendoti leggermente indecisa verso la grande piazza del mercato, ormai svuotata dalla gran folla che l’aveva colmata fino a poche ore fa. Folla umana, per lo meno: come sono calate le ombre, le strade del Regno hanno iniziato a riempirli di pallide figure luminescenti, che irradiano la loro luce bluastra tutt’attorno a loro, quasi fossero lampioni mobili di strade fantasma. Ma tra i bagliori azzurrognoli spicca una fiamma giallo arancio, che illumina una massiccia figura d’uomo. Cautamente, ti avvicini. Quando riconosci la figura del Cavaliere ti avvicini a lui, con la testa bene eretta e il collo dritto. Lui può senz’altro riconoscerti: non nascondi il tuo brutto viso sgraziato, col naso che sembra un becco da rapace e le labbra sottili, e i capelli rosso stretti in un nodo. Il tuo corpo, invece, è per lo più nascosto sotto un mantello polveroso, che cela ossa spigolose e la divisa di congrega. “Venom, Fehrer.” Pronunci in fretta, spiccia. “Volevate vedermi; eccomi.” [Sensi Sviluppati (vista), Visione crepuscolare]

FEHRER [Nei pressi del Mercato] S'attende di venire intercettato dalla mezzosangue, che ha una vista migliore e può tranquillamente scorgerlo fra le figure dei mercanti e quelle luminescenti che vagano senza meta fra i vicoli della città. E' per questo che non si stupisce di trovarsi dinnanzi Erinn dei Veleni, esattamente come la ricordava. Annuisce con fare altrettanto sbrigativo, ma premette obbligatoriamente: ''Dammi del tu.'' E' un mormorio secco ma non piccato, che l'uomo dei ghiacci fa affiorare sulla bocca con la stessa tranquillità con la quale la invita a passeggiare, cedendole la strada per i giardini di fronte all'ingresso del Palazzo. ''Sì, comunque. Perché da solo ho appreso altre informazioni che riguardano te più da vicino di quanto immaginassi. Ma,con ordine: ho conosciuto un ragazzetto proveniente da Barrington, che vuole incontrarti. Lui mi ha confidato alcune cose, io altre, ma non ho fatto il tuo nome. Permettendoti così di cercarlo coi tuoi tempi, e a modo tuo. Si chiama Donatien, e puoi scrivergli alla bettola.'' Si prende una piccola pausa e, qualsiasi sia il fianco prestato alla Venefica, vi s'affaccerebbe con la testa, piegandola sulla spalla. ''Ma è la notte scorsa che ho avuto l'incontro più interessante. Lo spirito raffigurante un vecchio è comparso sul Tor e, a differenza dei fantasmi comuni, era avvolto da luce rossa. Pur confidandomi di non fare parte dell'equipaggio e di non poter donare né la sostanza comune né la sostanza che cerchiamo, mi ha raccontato una storia interessante e, per concludere, mi ha confidato che tu potresti essere la chiave. Tu e un'altra donna siete le uniche personalità tuttora presenti fra le due terre ad aver vissuto i tempi dai quali pare essere cominciato quel che viviamo oggi.'' La pausa, stavolta, è più lunga. Le lascia qualche istante per assorbire le nozioni iniziali.

ERINN [Pressi del Mercato] Alzi lo sguardo per vedere il Cavaliere dei Draghi. Sei abituata a farlo, Erinn: a guardare la quasi totalità degli abitanti delle due terre dal basso verso l’alto. Lo fai, ormai, con una discreta dose di noncuranza e con parecchia indifferenza. Ti irrigidisci, comunque, quando lui inizia a parlare: ti propone di darvi del tu e, soprattutto, inizia a rivolgerti a te senza che tu glielo abbia in alcun modo permesso. Non ti piace ridurre le distanze, ecco. Assottigli le labbra in una linea sottile, ma non dici nulla. Lo ascolti, comunque. “Donatien…” pronunci piano. “Mi ricorda qualcosa, credo. Penso che qualcuno me ne abbia parlato, tempo fa. Deciderò se scrivergli…” Quindi scrolli le spalle affilate e continui ad ascoltare. La tua reazione è palese: sgrani gli occhi, quindi aggrotti le sopracciglia e lo fissi, leggermente torba. “Io?” Il tono non nasconde stupore e sospetto. Quindi silenzio. Ti zittisci, abbassi lo sguardo, chiudi le palpebre. “È tanto che sono ad Avalon, sì. E hanno detto che cos’è che dovrei sapere? O fare?” Quindi cambi rapidamente discorso: “E l’altra donna? Qualcuno sa chi sia?” Un nome, comunque, a te viene in mente.

FEHRER [Nei pressi del Mercato] Lui continua a passeggiare, ignaro del fastidio, del disappunto, dello stupore e del sospetto che, in rapida successione, s'altalenano sul volto di Erinn. Un po' perché non la guarda, un po' perché comprendere l'espressione altrui quando non si hanno doti per farlo e l'interlocutrice è poco più che una conoscente, si direbbe perfino impossibile. L'Ishtuk annuisce una seconda volta, come a confermare qualcosa di scontato. ''E' questo il punto. Per quanto abbia evitato di fornire nomi, c'è qualcuno che l'ha fatto e che potrebbe farlo ancora. Anche se il vecchio ha assicurato che nessuno potrà mai più incontrarlo: al posto suo, nelle prossime notti, allo stesso posto, compariranno in ordine uno spirito che mostrerà la situazione attuale e un altro che rivelerà il futuro.'' Il Nith si limita a narrare i fatti come un cronista, senza emozione né tono di voce particolari che non siano quelli di un osservatore neutro e distante dai fatti. ''Leia'' mormora pochi istanti dopo, e il fatto che non tentenni neppure un momento la dice lunga su quanto certo sia della sua risposta. ''Il nuovo Ductor del Caos vanta da sempre la sua lunga appartenenza a queste terre. Una delle poche, ha sempre detto.'' [...] ''Ad ogni modo il vecchio mi ha mostrato, con una magia o chissà quale artificio, un vecchio duello appartenente a una sorta di giostra. Poi un altro e un altro ancora, con un unico protagonista comune: Actar, un vecchio Cavaliere di Avalon decaduto. Egli sconfisse l'allora Apocalisse del Caos e, sembra, tradì la Magione. Questa è la sua colpa da scontare. Actar fa parte dell'equipaggio fantasma, Erinn, e il Comandante dell'Estrella, a quanto pare malvagio, ha deciso di farla scontare non soltanto a lui, ma pure ai Cavalieri di oggi, perché quelli di ieri non corsero in suo aiuto. E, per essere precisi, ha deciso di farla scontare a tutti quanti noi, in che modo non lo so.'' Gwynbleidd si ferma e cerca il suo sguardo, piazzandosi di fronte alla Venefica. ''Qualche idea? Delle ragioni plausibili per le quali il nome 'Erinn' possa circolare fra gli spiriti? Il vecchio ha suggerito inoltre di affidarsi ai druidi.''

ERINN [Pressi del Mercato] Le mani aggiustano le pieghe polverose del mantello, in un vago gesto di nervosismo. Torni a guardare il draconico e ascolti le parole che ha da offrirti. “Qualcuno?” domandi innanzi tutto, inarcando il sopracciglio rossastro. Chi sarebbe ad aver fornito nomi? Dunque annuisci. “Leia.” Scandisci, cercando di trattenere ogni barlume d’emozione, di non mostrare con il viso o con la voce alcuna espressione. Non corre buon sangue tra te e la neo Caotica – non lo scorre dal tempo in cui fu venefica. Ma questo non c’è bisogno di rivelarlo al Cavaliere! Ancora ti zittisci e lasci che lui parli. “Conosco il nome che voi dite: Actar.” Mormori piano, ponderando ogni parola. Vai indietro con la memoria, indietro di anni, almeno un buon paio di lustri. “Se è il mio nome quello che gli spiriti pronunciano, vuol dire che so qualcosa di utile su questo Actar o che c’è qualcosa che io posso fare. Non semplicemente come Venefica, altrimenti sarebbe stata indicata la mia congrega così come quella dei Druidi…” rifletti a voce alta, per condividere i tuoi pensieri con l’Ishtuk. “Ricordo qualcosa del Cavaliere, ma i miei ricordi sono legati alla mia congrega: so che ha aiutato a salvare la Dimora da un incendio, ma che poi è stato ritenuto ospite non gradito per atteggiamenti offesivi… da caotico, mi è stato riferito.” Rifletti. “Non so come tutto questo possa essere utile, comunque…” Scrolli le spalle e serri ancora le palpebre, concentrata. “Ma ricordo anche altro… ci sono degli appunti confusi, di Nihadiel. Me ne accennò, una volta… molto tempo fa. Lo ricordo perché era una richiesta strana anche per noi venefici: egli le chiese di guarirlo da una maledizione!” Mano a mano che ricordi la tua voce si solleva in un’esclamazione. “Una maledizione, sì, anche se non rammento di che cosa si trattasse… e lui… diede a Nihadiel una fiala col suo sangue!” Alzi lo sguardo, cercando quello di lui. Si rende conto di quanto sia assurdo tutto questo?

FEHRER [Nei pressi del Mercato] ''Aye. Se uno degli spiriti, per quanto si dica estraneo all'Estrella, conosce il VOSTRO nome, non vedo perché non debba averlo fornito ad altri isolani; o perché l'equipaggio stesso non ne mormori. E' perciò possibile che la Dimora dei Venefici e il Palazzo di Barrington si riempiano di domande, prossimamente.'' L'uomo dei ghiacci affida a un sorriso che arriccia gli angoli della bocca il compito di rendere la voce divertita, soprattutto quando sottolinea con malcelata indolenza il ritorno al 'voi'. Eh no, se il Saggio Inventore non s'affida al crollo delle formalità, neppure l'Ishtuk, che resta un barbaro ma ha imparato la cortesia e l'istruzione, può cedervi. ''Esatto. E così, Leia stessa. Sono i vostri ricordi che potrebbero giocare un ruolo fondamentale nella vicenda e cambiare gli equilibri in gioco. Potrei banalmente la ridurre la questione a un punto d'onore: come se, da buon vecchio Cavaliere, Actar dovesse riscattare il suo passato in nome del futuro, e andare oltre. Ma entrambi possiamo dedurre che non sarà così semplice e, quindi, qualsiasi cosa conosciate di Actar aiuterà.'' Non si fa attendere il dispiegamento della memoria da parte della Venefica: Gwynbleidd ascolta con estrema attenzione, accigliandosi quando vengono nominate una maledizione e una fiala di sangue. ''Il male che si era insidiato in lui - questo, almeno, ha raccontato il vecchio - doveva essere davvero grande, se in una situazione del genere non ricorse al Tempio - per il quale, da Cavaliere, aveva l'onere di combattere. Ma Erinn, non conosco i veleni e non ho la vostra comprensione in merito, eppure mi chiedo cosa possa cambiare a questo punto...'' sussurra poiché ha avuto la sensazione netta che la mezzosangue si riferisse alla fiala con una certa dose di importanza.

ERINN [Pressi del Mercato] Annuisci. Stai annuendo un sacco, Erinn, in questa conversazione. E stai parecchio zitta. Forse perché stai elaborando quanto lui ti ha detto e stai setacciando i tuoi ricordi e le millemila ipotesi che ti vengono in mente. “Scusami” borbotti, senza guardarlo. “Non sono abituata a questa mancanza di formalità.” E questa è tutto il rincrescimento che intendi offrirgli. Comunque cerchi di farci attenzione e replichi, volutamente usando un tu che abitualmente non sfoggi: “Probabilmente hai ragione e tutto ciò che mi viene richiesto, qui, è di ricordare… ma sono passati davvero parecchi anni. Forse nella Dimora ci sono ancora appunti o scritti… e la fiala col sangue di un fantasma, magari!” Una pausa, quindi gli rispondi: “Non so cosa possa cambiare, ma è qualcosa su cui riflettere, di sicuro.” E lasci che il tuo sguardo vaghi intorno a te, mentre rifletti: osservi la notte intorno a voi, le poche persone che ancora s’aggirano per i vicoli, gli aloni bluastri degli spettri. Al limite del tuo campo visivo, un alone bluastro attira il tuo sguardo – infatti, sotto l’azzurro c’è la sfumatura violacea di un lungo mantello. Sarà che questo colore è quello che col tempo trascorso tra i veleni è quello che ti è diventato più familiare, ma attira inevitabilmente il tuo sguardo. Poi ricordi: il Professore indossa un mantello viola. Forse è l’ennesimo buco nell’acqua, ma forse vale la pena seguire l’istinto. “Venite” gli sibili, prima di muovere qualche lungo passo verso la figura luminescente.

FEHRER [Nei pressi del Mercato] A seguito delle scuse farfugliate da Erinn, l'uomo del Nord sceglie di continuare a tacere e di ripagare quella sorta di malumore provocato con un piccolo regalo: estrae la bastarda che gli sporge dalla spalla destra e, tenendone saldamente l'elsa con la mano su quel lato, la disporrebbe dinnanzi a sé a puntare il buio, parallela al terreno. Il filo estremamente tagliente di Saevasechta è sotto gli occhi dell'Ishtuk e del Saggio Inventore e, tolta sua la pregiata fattura, sembra avere poi null'altro di particolare che altre armi, anche ottenute a un prezzo più basso di questa, non possano avere. Ma Lei è diversa e, avendo origliato - eh, ha una coscienza... - nel proprio fodero il discorso dei due, non si lascia pregare ed esprime il suo giudizio. Ed è come se la voce crudele, roca e senza pietà dell'Abietto si fosse trasferita nell'acciaio, tanta è la similitudine: *Sicuro possa resistere a Me?* Gwynbleidd annuisce, ed è impossibile stabilire se stia davvero rispondendole o se faccia un cenno alla Meticcia. Ma lei è una studiosa, e dovrebbe essere interessata a una spada parlante. Un ulteriore barlume nel buio sancisce il suo ritorno sulle spalle, e all'Alfiere non resta che muovere nuovamente la testa su e giù, brevemente. ''Sono d'accordo. Come ho già detto, qualsiasi particolare, a questo punto, potrebbe giocare il suo ruolo.'' La sua compagna di indagini avvista qualcosa più in là. Non si lascia ripetere l'invito e la segue in direzione della luminescenza che dovrebbe essergli dato di intravedere.
==leia==
00mercoledì 9 dicembre 2015 16:17
GDR APPROVATO


* E' vero che Actar diede a Nihadiel una fiala del suo sangue, perché creasse un veleno contro la sua maledizione. Solo che la maledizione in questione era la licantropia! Il veleno non si e' mai creato, ovviamente. E probabilmente se c'e' ancora una fiala di sangue e' bello che seccato! ^^
A Thuke l'ardua sentenza!



Ci sta, dev'essere ancora nel mitico laboratorio.

Tutto il resto è approvato.

Per il proseguo (ormai ve lo siete meritato) ci accordiamo ma la prossima settimana sicuramente. [SM=g27811]
°°°Erinn°°°
00mercoledì 9 dicembre 2015 20:35

Grandioso! Per la fine della prossima settimana sono tutta tua! [SM=g27811]
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