Lars84, 12/12/2009 22.57:
pure col Bari?! eccheccazzo! pardon: poffarbacco! comincio a pensare che la vittoria con l'Inter sia stata possibile solo per l'odio nutrito nei confronti dei nerazzurri...adesso dovranno rotolare necessariamente delle teste, quella di Ferrara innanzitutto!
sono allibito!
tranquillo lars, qui in taverna puoi anche dire "eccheccazzo"....
comunque condivido il desiderio di volere una resa dei conti, ma la colpa non è del povero Ciro che fa quel che può, ma dei signori Blanc, Secco, in parte l'ex Cobolli Gigli e dei signori Elkann...non hanno la benché minima esperienza nella gestione di una società calcistica, farebbero brutta figura anche al Pro Patria, figurarsi se sono all'altezza di gestire una società come la Juventus F.C. Rivoglio la Fam. Agnelli e la vecchia gestione con lo stile e la mentalità dei grandi campioni che siamo stati e dobbiamo tornare ad essere, ma soprattutto con la competenza e la spregiudicatezza (nei limiti del legale stavolta) di persone come Moggi, Giraudo e Bettega e di tutti quelli come loro che nel mondo delle grandi società di calcio ci sono nati e cresciuti.
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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”