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De Nederland in strijd!

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2012 21:55
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Ligius
Ilarchos
28/07/2010 18:33
 
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Bè diciamo che la situazione sembra essersi sbloccata, non penso che l'Inghilterra sia così pazza da continuare questa guerra insieme alla russia. Infatti per me avrebbe firmato un accordo con il giappone. La russia credo che non si sarebbe ritirata finchè non abbia riacquisito i territori perduti, ma non credo che avrebbe scatenato una guerra con la cina.
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28/07/2010 19:46
 
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eh ma per l'Inghilterra sta per profilarsi l'ingiunzione internazionale di liberare l'India...e non è affatto detto che l'Italia abbia rinunciato all'idea di impossessarsi delle colonie inglesi in eritrea e somalia...forse l'Inghilterra farà la pace con il Giappone, ma avrà gatte ben più toste da pelare.
E la Russia...beh, vedremo quale sarà il suo destino...io un'idea ce l'ho.



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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29/07/2010 11:25
 
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1 Giugno.
Ore 9. Il Ministro degli Esteri e della Guerra Sovietico Trockij è a Berlino per proporre un accordo di non belligeranza con le potenze della Coalizione, per poter avere mano libera da cacciare definitivamente il Giappone dalla Siberia.
Ore 10. Il Ministro Trockij è ricevuto dal Cancelliere von Papen. La proposta è respinta, ed al Ministro viene consegnata la dichiarazione di guerra congiunta firmata dai ministri della guerra di Finlandia, Germania, Bielorussia, Polonia, Austria, Ucraina, Romania, Bulgaria, Grecia, Turchia, Armenia, Azebaigian, Persia, Turkestan e Cina.
Il Casus Belli è dato dalla mancata risposta entro 30 giorni all'ultimatum cinese.
L'errore di valutazione sovietico è stato fatale.
Ore 10.15. Trockij telefona immediatamente al Capo di Stato Maggiore Vorošilov ordinando lo stato di guerra. Per i sovietici è una corsa contro il tempo.
Ore 10.30. Il Feldmaresciallo von Below ordina alle armate della coalizione l'attuazione dell'Unternehmen "Drang nach Osten".
Dal Golfo di Finlandia al Mar Nero, 20.000 tra carri pesanti Tiger I, carri leggeri PzKw III/J, cacciacarri StuG IV ed Hetzer, semoventi d'artiglieria Sturmpanzer IV "Brummbär" e Wespe, lanciarazzi Panzerwerfer Maultier e semoventi antiaereo Flakpanzer IV Kugelblitz, 5.000.000 di uomini assistiti da migliaia di mezzi di supporto meccanizzato come le piccole ed agili HK 102, semicingolati Sd.Kfz. 11 ed autoblindo Sd.Kfz. 234 Puma, si riversano oltre il confine sovietico.
Al Col. Erich Hartmann è affidata la direzione al fronte dell'intera Luftwaffe, ben 5.000 velivoli di cui principalmente caccia Fw 190, bombardieri He 277, Ju 390, Ju 488 e Ju 87 "Stuka".
La difesa sovietica, mobilitata e pronta già da 6 mesi, è dislocata sulla linea S. Pietroburgo-Novgorod-Tver-Mosca-Ryazan-Don, chiamata in codice "Linea Rossa".
In Russia viene ordinata la coscrizione obbligatoria immediata di tutti i cittadini atti alle armi che abbiano compiuto il 18° anno di età.
In base ai calcoli dello Stato Maggiore tedesco, le armate della Coalizione dovrebbero raggiungere la "Linea Rossa" in 16-18 ore.
Le truppe sovietiche, circa 20.000 uomini dalla Crimea al Baltico tra il confine russo e la Linea Rossa, sono colte completamente di sorpresa e fatte prigioniere.
L'esercito finlandese è diviso in due gruppi d'armata. Il Gruppo di Armate "Nord" punta su Murmansk, il Gruppo di Armate "Sud" punta a San Pietroburgo ed a colpire sul fianco destro il fronte sovietico.
Le armate turca, azera ed armena sono colpite ben prima di valicare il confine georgiano dalle armate di Stalin, allarmato già da mesi dai movimenti di truppe oltre confine. Il piccolo ma agguerrito esercito georgiano punta ad immobilizzare sui monti e distruggere gli eserciti della Coalizione...e passare al contrattacco.
Le armate di Turkestan, Iran e Cina varcano i confini siberiani, l'esercito giapponese prepara la controffensiva da sud-est.
Ore 12. L'ambasciatore inglese a Vienna, convocato d'urgenza dal Ministero degli Esteri imperiale, viene introdotto in una sala nella quale già discutono animatamente il Principe Ereditario Ottone d'Asburgo, il governatore dell'Afrika van Rensburg, il Primo Ministro Olandese Colijn, l'ambasciatore italiano Lessona, l'ambasciatore giapponese Oshima ed i suoi omologhi Arabo ed Iraniano. In disparte nota una figura ossuta, quasi scheletrica, di un vecchietto occhialuto dai modi calmi e pacifici. Un brivido gli corre lungo la schiena quando gli viene presentato Mohandas Gandhi, il famigerato leader degli indipendentisti indiani.
All'Inghilterra viene offerta la pace con il Giappone ed il riconoscimento della sovranità inglese sulla Malesia, Borneo settentrionale e Birmania fino al Salween, al confine con il Siam francese. Proposta ben gradita dall'Inghilterra.
Il problema sorge con le richieste della controparte.
Il documento concordato dalle potenze riunite chiede all'Inghilterra di concedere l'indipendenza all'India, che diverrebbe una repubblica federale sotto la guida di Gandhi, di abbandonare l'Eritrea, che verrebbe divisa tra il sud, cristiano, annesso all'Etiopia, ed il nord, musulmano, annesso all'Arabia, e la restituzione dell'ex Somalia Italiana, occupata durante la Grande Guerra, all'Italia.
L'ambasciatore inglese chiede tempo. Una decisione simile, la cui accettazione è praticamente impossibile, richiede quantomeno di venire presentata al Re ed al Parlamento.
Il Principe Ottone offre 30 giorni di tempo per ricevere quanto meno una prima bozza, anche se non definitiva.
Ore 16. Il Gruppo da Battaglia Portaerei "Graf Zeppelin" salpa dal porto militare di Kiel facente rotta su Arkhangel'sk. Fino al Mar di Norvegia il gruppo verrà scortato dalla Squadra da Battaglia "von Bismarck", capitanato dalla corazzata omonima.

2 Giugno.
Ore 5. Il I° Corpo d'Armata della coalizione, l'Heeresgruppe A "Zentrum" del Generaloberst Guderian prende contatto con le linee di difesa sovietiche alla periferia di Mosca. Iniziano i combattimenti.
Ore 6. Il II° Corpo d'Armata della coalizione, l'Heeresgruppe B "Süd"
del Generaloberst Rommell lancia l'assalto a Voronezh e la linea del Don. La seconda divisione ucraina assedia con 40 reggimenti cosacchi la città di Rostov.
Il III° Corpo d'Armata della Coalizione, l'Heeresgruppe C "Nord" del Generaloberst von Manstein inizia l'assedio di Novgorod.
Il Gen. Mannerheim, comandante del gruppo di armate meridionale, forza di slancio le prime difese sovietiche e prepara l'assedio di Leningrado. Contemporaneamente il suo braccio destro, il Gen. Siilasvuo, porta le armate settentrionali alla periferia di Murmansk, ma la base navale è già stata svuotata.
Il governo sovietico è stato evacuato e trasferito sotto la scorta della marina alla base militare di Rogachevo, in Novaya Zemlya.
Astrakhan e Samara sono bombardate dall'artiglieria turkmeno-iraniana.
L'offensiva cinese, guidata dall'esperto Kolchak in Buriazia, travolge le stanche truppe sovietiche conquistando di slancio Ulan Ude ed Irkutsk.
La controffensiva nipponica sull'Aldan è fermata dall'affluenza di truppe sovietiche dalla linea del basso Lena. L'avanzata verso Yakutsk si preannuncia molto più lenta e difficoltosa del previsto.
Batum e Sokhumi sono bombardate dalla flotta della Coalizione (bulgara, turca, greca, ucraina e romena). Stalin fissa le difese sulla linea dei fiumi Acharistsqali-Kura. Sul fronte azero l'esercito georgiano avanza e sfonda le linee armene a Balakən, conquistando di slancio le città di Zaqatala e Şaki. Le truppe azere ripiegano sul basso corso del Kura e sull'Ayricay. Sul fronte russo, molto poco guarnito, le truppe azere riescono a sfondare ed a prendere l'importante fortezza di Derbent, garantendosi così un accesso chiave al Daghestan ed all'intera Russia meridionale.
Ha successo invece l'offensiva armena a Tashir, che riesce a far ripiegare i georgiani su Dmanisi.
La squadra navale olandese dell'Amm. Doorman è alla fonda al porto spagnolo di Cadice.
[Modificato da Xostantinou 04/08/2010 11:08]



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"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
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29/07/2010 15:29
 
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Mi sa proprio che la russia sia spacciata, così come l'inghilterra... penso che l'inghilterra accetterà le proposte del trattato però....
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29/07/2010 15:55
 
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ci saranno dei cambi di governo...un governo debole, soprattutto in queste circostanze (come abbiamo visto in Francia), dura molto poco...



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So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

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Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

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29/07/2010 19:24
 
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Forse ho scritto troppa roba in chat, d'ora in poi la scrivero' qua :)



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29/07/2010 19:30
 
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3 giugno. Ore 10. Il presidente francese Blum convoca lo Stato Maggiore francese ed ordina la mobilitazione, con l'obiettivo di colpire alle spalle la Germania e dare respiro agli amici sovietici.
La proposta lascia increduli gli alti ufficiali francesi, che chiedono un po' di tempo per consultarsi e preparare una bozza di piano, prima di presentare la dichiarazione di guerra. Blum concede tempo fino alle 12. La Garde Nationale viene mobilitata.
L'ingiunzione presentata all'ambasciatore inglese viene presentata in Parlamento a Londra. Il partito di governo ed il Primo Ministro Chamberlain sono favorevoli ad un compromesso, accettano le condizioni per Somalia ed Eritrea, ma propendono per aggirare il problema indiano concedendo alla colonia lo status di Dominion e la relativa autonomia. L'opposizione conservatrice guidata da Winston Churchill, veterano delle guerre contro i boeri ed ostile tanto alla Coalizione, rea di aver causato il crollo dell'Impero Britannico nella Grande Guerra, quanto all'idea di concedere lo status di Dominion alla colonia indiana, preme affinché l'ingiunzione venga respinta e che si risponda se necessario con la forza.
Ore 12. Il Generale Charles de Gaulle, comandante supremo delle forze armate francesi, entra nell'ufficio del Presidente Blum scortato dalla gendarmeria. Blum è posto agli arresti e deposto con effetto immediato dalla carica di Presidente della Repubblica di Francia. De Gaulle assume ad interim i poteri di Capo di Stato e di Governo. La Garde Nationale, per ordine di De Gaulle, arresta in tutto il paese i principali esponenti dei partiti socialisti e comunisti della coalizione del governo Blum (SFIO), con l'accusa di aver messo in grave repentaglio l'esistenza della Nazione Francese, esponendola al rischio di una nuova, avventata e sciagurata guerra contro la Germania.
Ore 14. In Parlamento la posizione del Governo Chamberlain è sempre più precaria. Edoardo VIII rinuncia ad intervenire nella questione.
Ore 16. Gli avvenimenti di Parigi sono già stati notificati dai servizi segreti tedeschi a Berlino, Roma, Madrid ed Amsterdam. von Mackensen ordina la smobilitazione delle armate sul Reno ed il ritorno al livello di allerta normale. Le truppe sono trasferite sul fronte russo. Una nota viene inviata dal ministro von Papen a De Gaulle, nella quale la Germania esprime la propria volontà di non riaprire nuove ostilità con la Francia e si auspica che la caduta di un governo così ostile alla pace tra le due nazioni consolidi i rapporti pacifici tra i due paesi. De Gaulle risponde con una nota di tenore analogo.
Ore 16. In piena crisi con gli stessi membri del suo partito, minato dai recenti smacchi e fallimenti nella Guerra dal Pacifico ed in politica estera, il Primo Ministro Nevile Chamberlaine viene sfiduciato dal Parlamento e rassegna le dimissioni. Al suo posto l'ex maggioranza chiama Winston Churchill a formare un governo di coalizione fino al termine della legislatura.
Ore 22. Il Primo Ministro Churchill presenta il proprio Governo.
[Modificato da Xostantinou 20/09/2010 14:41]



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30/07/2010 14:26
 
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4 Giugno. Siilasvuo entra a Murmansk. I sovietici si sono ritirati facendo terra bruciata, la base navale è stata smantellata. Siilasvuo dirige su Belomorsk: l'obiettivo è congiungersi a San Pietroburgo con von Manstein e Mannerheim.
Sfondamento deciso su tutta la linea in Asia centrale. I turkmeno-iraniani entrano ad Astrakhan, Volgograd, Saratov, Samara, Orenburg, Kurgan ed Omsk. I sovietici ripiegano su Kazan, Yekaterinburg, Perm' e Novosibirsk.
L'armata sovietica che difende Rostov dalla Seconda Divisione Cosacchi ucraina, minacciata alle spalle dall'avanzata dei turkmeno-iraniani su Volgograd, abbandona le posizioni e ripiega ordinatamente verso la Georgia, vittoriosamente difesa da Stalin.
Makhachkala è bombardata da Derbent con un gioiello dell'industria tedesca, spedito 2 mesi fa a Baku attraverso la linea ferroviaria. Si tratta del Krupp 28 cm K5 E, un colossale cannone ferroviario da 283 mm, capace di lanciare granate da 250kg di esplosivo a 150km di distanza. La città portuale di Makhachkala è ridotta in macerie nel giro di poche ore.
I Cinesi entrano a Kyzyl, debolmente difesa. Forze sovietiche si concentrano a Krasnoyarsk.
I Giapponesi avanzano sulla linea Aldan-Never. Le due città sono occupate.
[Modificato da Xostantinou 30/07/2010 18:55]



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Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

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Phylax
30/07/2010 15:29
 
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Kost, Baku e' sul mar caspio se non sbaglio e non credo che uno stato si possa permettere di arrivare a costruire un incrociatore che rimarra' relegato in un mare chiuso, le navi della stazza di fregata e cacciatorpediniere (forse troppo) mi sembrano piu' che sufficienti. Se vuoi un bombardamento con grossi calibri, fallo con pezzi montatati su ferrovia portati dall'iran in territorio azerbaigiano dopo un'invasione di circa 50 km verso l'interno, magari in prossimita del lago Chadzygabul (google maps aiuta XD ). Cosi' mi sembra piu' realistico. Anche oggi la flottiglia del mar caspio ha come pezzo grosso una fragata di classe Geopard che non supera le 2100 t. Del resto mi sembra tutto perfetto!! continua cosi' voglio sapere gli sviluppi!!!



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30/07/2010 17:45
 
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abbiamo sbagliato entrambi...l'Azerbaigian è uno stato della Confederazione così come l'Armenia e la Turchia.
[Modificato da Xostantinou 30/07/2010 17:50]



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30/07/2010 19:35
 
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XD e' vero me ne ero dimenticato !!!



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30/07/2010 19:47
 
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5-16 Giugno. Operazione Tifone.
Rommell travolge ed annienta le divisioni corazzate sovietiche a Voronezh. Le unità russe, composte quasi esclusivamente da obsoleti carri T26, T28 e T35, sono rapidamente spazzate via dai Tiger e dagli Jagdpanther. I Wespe martellano la fanteria sovietica, rapidamente raggiunta dalla fulminea avanzata dei Panzer III. 1/3 della fanteria sovietica schierata a Voronezh è catturata.
Appreso della caduta di Samara, Saratov e Volgograd per mano turkmena e di Rostov annessa dagli ucraini, Rommell punta a dividere le forze per occupare Ryazan e Kazan, dove nella seconda conta di incontrare l'avanzante armata turkmeno-iraniana.
Mannerheim è fermato a San Pietroburgo dall'armata sovietica. Sprovvisto dei carri pesanti, dislocati esclusivamente sulla Linea Rossa, è costretto a martellare la città con l'artiglieria e ad attendere i rinforzi di Siilasvuo.
Il Gruppo Portaerei "Graf Zeppelin" entra nel mar bianco. Archangel'sk è duramente colpita dai bombardieri imbarcati.
Informato dello stallo di Mannerheim, von Mackensen invia la corazzata von Tirpitz, ormeggiata con il resto della sua squadra a Danzica, a bombardare San Pietroburgo.
Guderian e von Manstein attaccano Mosca e Novgorod, ma l'Armata Rossa non gli concede gioco facile come a Voronezh.
Molti Panzer III e cacciacarri leggeri Hetzer vengono distrutti dalla spina dorsale delle divisioni corazzate sovietiche del nord, costituite dai carri KV-1. La seconda ondata, costituita dai micidiali Tiger e StuG IV riesce, seppure affatto agevolmente, ad avere ragione dei KV-1C e dei carri leggeri di supporto T70, ma non appena raggiungono le linee nemiche molti vengono fermati dai campi minati e diventano agevole bersaglio per i semoventi SU-76. Quelli che riescono ad avanzare vengono ingaggiati a Mosca dai KV-85, ed a Novgorod dai pesanti carri-obice KV-2. Lo scontro tra corazzati dura alcune ore finché non avanzano i Brummbär, i cui obici da 150mm aprono vuoti paurosi tra le divisioni sovietiche meno corazzate. Su entrambe le direttrici d'attacco viene allora dato l'ordine di far alzare in volo gli Stuka, che in pochi minuti scaricano decine di tonnellate di bombe sulle linee sovietiche, piegando la resistenza delle divisioni corazzate.
Viene lanciato l'assalto dei reparti meccanizzati, ma la fanteria sovietica ripiega ordinatamente facendo pagare caro ogni singolo centimetro. Vorošilov, su ordine diretto di Trockij, ordina alle divisioni poste a difesa di Mosca di ripiegare verso Yaroslavl.
A Novgorod lo scontro si risolve unicamente a notte fonda il giorno 15, quando la 1° Fallschirmjäger-Division viene paracadutata al buio oltre le linee nemiche. L'assalto dei corpi speciali paracadutisti viene coperto da un intenso bombardamento sulle posizioni sovietiche condotto dagli obici. Una volta ingaggiato il nemico alle spalle, avanzano anche le divisioni meccanizzate. La guarnigione di Novgorod si arrende. Vengono catturati tra Mosca e Novgorod 200 carri sovietici e fatti prigionieri 9.800 soldati russi. La Russia ha perso in una sola battaglia 1600 carri (inclusi quelli obsoleti distrutti da Rommell a Voronezh) e 150.000 uomini tra morti, feriti e dispersi. La Coalizione ha perso 38.000 uomini morti, feriti e dispersi, 200 carri danneggiati o immobilizzati, 50 carri distrutti, (principalmente Panzer III) e 21 Stuka.

Von Manstein distacca le divisioni di von Witzleben e von Rundstedt, da inviare a supporto all'armata di Mannheimer in difficoltà presso San Pietroburgo, mentre lui con il suo gruppo di armate avanza verso est.
Guderian distacca le divisioni di Beck e Model ad eliminare la sacca creatasi attorno alla resistente Tver', mentre lui avanza deciso su Yaroslavl, contando nella copertura del fianco datagli dalle divisioni di Rommell, che lui crede dirette a Nizhniy Novgorod.
[Modificato da Xostantinou 04/08/2010 11:11]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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31/07/2010 00:57
 
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Bellissima avanzata e i risvolti mi sembrano realistici e anche molto interessanti!!! Continua cosi' e verra' fuori un'ucronia fantastica!!! Pero' se continua cosi' la russia non riuscira' a reggere altre 2 settimane, presa mosca tutta la macchina da guerra si ferma, a mosca sono concentrare ( o meglio lo erano nella nostra TL all'epoca) tutte le centrali elettriche del paese, e i principali nodi elettrici.
Alcune ricostruzioni storiche, ipotizzarono un attacco con V-1 e V-2 sulle centrali con risultati davvero dannosi per la macchina bellica dell'unione sovietica, fortissimi rallentamenti nella produzione delle armi e nella gestione delle comunicazioni!!!
Per la battaglia di mosca i russi, riuscirono a fortificarla in maniera esemplare e ci stanziarono una cosa come 12000 pezzi di artiglieria, quindi falla pagare cara la presa di mosca!!! ( Se ti vuoi divertire un po' di piu' falla resistere per il primo inverno XD, magari grazie ad un intervento tempestivo delle riserve supportati da un assalto di Il-2 sturmovick, i famigerati carri-volanti !!! tenuti di riserva per evenienze come queste (: )

[Modificato da Guaro90 31/07/2010 01:02]



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31/07/2010 01:54
 
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la caduta di Mosca non era evitabile visto che non era nemmeno previsto un simile attacco tedesco, ti ricordo che al momento più di metà dell'Armata Rossa è ancora dislocata sul fronte contro i giapponesi e sta precipitosamente rientrando per coprire gli altri fronti. Nella nostra TL l'Armata Rossa riuscì a raggiungere la cifra fantasmagorica di 11.000.000 di uomini, ma nelle condizioni della Russia ad inizio guerra in questa TL, ovvero solo metà della Russia vera e propria, senza tutti gli altri territori dell'URSS, avrebbe potuto schierarne probabilmente non più di 5-7.000.000...di cui almeno 3 sono attualmente schierati sul fronte contro Cina e Giappone. Praticamente altri 3.000.000 dovrebbero coprire tutto il fronte da San Pietroburgo a Novosibirsk! E' comprensibile che nella prima settimana il fronte sia stato sforacchiato come un groviera un po' ovunque, contro un tale nemico.
Comunque l'abbandono, perché di questo si tratta, non di una caduta vera e propria, di Mosca serve come chiave per la prossima svolta. Abbi fede ;)



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So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
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31/07/2010 12:35
 
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17 Giugno.
Ore 5. Putsch di Rogachevo.
L'intero governo sovietico è arrestato nel sonno per ordine del Segretario Generale del Partito Comunista Sovietico Russo Kaganovič e dal Commissario del Popolo per gli Affari Interni e la Sicurezza dello Stato Dzeržinskij.
Kerenskij, Trockij, Vorošilov, Rosa Luxemburg, Blok, Eisner, Molotov, vengono tutti accusati di "Tradimento del Popolo e della Rivoluzione". In particolare Vorošilov, per aver fatto eseguire l'ordine di abbandonare Mosca al nemico, Trockij per averlo ordinato, ed il Presidente Kerenskij per averlo avvallato.
Il vice di Dzeržinskij, Nikolaj Ežov, viene inviato in Georgia.
Ore 10. Sfruttando il corridoio ancora aperto sul Don, Ežov atterra all'aeroporto militare di K'ut'aisi, accolto dall'allarmato Stalin e dal suo fedele braccio destro Lavrentij Berija.
Ore 12. Dopo due ore di colloquio segretissimo, Stalin nomina Berija Presidente del Partito Comunista e della Repubblica Sovietica di Georgia, nonché capo delle forze armate georgiane. Ežov trasferisce a Berija anche il comando dell'armata che da Rostov sta ripiegando verso il Caucaso.
Ore 13.30. Un colpo di contraerea colpisce l'aereo sul quale Ežov e Stalin sono in viaggio. L'armata ucraina e quella turkmena si sono incontrate sul Don ed hanno chiuso completamente ogni via tra il Caucaso e la Russia. L'aereo riesce ad atterrare fortunosamente dalle parti di Mikhaylovka. Ežov è ferito, Stalin illeso, 4 degli uomini della scorta sono morti. Fortunosamente la cittadina non è ancora stata raggiunta dall'avanzata nemica e riescono a requisire un treno, con il quale Stalin intende raggiungere Kirov.
Ore 20. Il convoglio arriva a Kirov. Stalin incontra Kaganovič e Dzeržinskij. Ežov è condotto d'urgenza in ospedale dove viene salvato in extremis.
Ore 23. Stalin è il nuovo Presidente del Partito Comunista e della Repubblica Sovietica di Russia. Kaganovič è nominato Ministro della Guerra e degli Armamenti, Dzeržinskij è confermato al Ministero degli Interni e direttore della polizia segreta del partito, Ežov è nominato Ministro degli esteri.
La nuova capitale temporanea della Russia, e centro di coordinamento delle forze armate sovietiche, diventa Kirov.

18 Giugno. Inizia la "rivoluzione staliniana".
Tutti i centri industriali sovietici entro 200km dal fronte vengono smantellati e trasferiti nel distretto degli Urali Settentrionali, dove possono venire riforniti con rapidità di materie prime ed energia. Stalin presenta a Kaganovič dei progetti militari studiati dagli ingegneri georgiani; quest'ultimo risponde aggiungendo le annotazioni tecniche rilevate da alcuni ingegneri del genio su alcuni mezzi tedeschi distrutti tra Mosca e Novgorod. Inizia così la creazione dei carri JS-2 e del derivato semovente ISU-152, a soppiantare gli oramai insufficienti KV. Vengono avviati inoltre alla produzione i progetti dei tre ingegneri aeronavali protetti di Kaganovič, sostenitore della necessità di una rivoluzione delle forze aeree sovietiche, fin ora praticamente mai entrate in combattimento ed equipaggiate con gli obsoleti Polikarpov. Vengono quindi mandati a produzione i progetti di Sergej Il'jušin, gli Il-2 Šturmovik e DB-3F, i LaGG-3 e La-5 di Semën Lavočkin ed il moderno Yak-9 di Aleksandr Jakovlev.


[Modificato da Xostantinou 31/07/2010 12:37]



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So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

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31/07/2010 13:58
 
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La cosa mi piace *_* !!!! Bellissimo colpo di scena!!! Vai Kost!!!



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31/07/2010 17:41
 
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19 Giugno. Ore 6. Kerenskij, Trockij, Molotov, Vorošilov ed il suo vice Tuchačevskij, giudicati colpevoli di Alto Tradimento della Patria e della Rivoluzione da un tribunale istituito rapidamente da Stalin con ufficiali di provata fedeltà selezionati da Kaganovič e Dzeržinskij, vengono fucilati all'alba in una foresta a due ore di camion dalla città. La Luxemburg, Blok ed Eisner, assieme ad altri alti esponenti trockisti come Bucharin, Rykov, Kamenev e Zinov'ev vengono deportati nel campo di lavoro forzato di Vorkuta.
Vyšinskij, Kirov, Bljucher e Budënnyj, rimasti sino ad allora nell'ombra, divengono i nuovi comandanti dell'Armata Rossa ed i cerberi del regime.

Ore 10. L'ambasciatore inglese a Vienna consegna all'ufficio della commissione costituito per l'evenienza la risposta del nuovo premier Churchill in merito all'ingiunzione presentata 18 giorni prima. Il contenuto viene trasmesso urgentemente agli interessati.

Ore 11. L'ambasciatore italiano Lessona, assieme al Primo Ministro Colijn, a Gandhi al Governatore van Rensburg si riuniscono presso l'ambasciata etiope, subito raggiunti dagli emissari spagnolo, arabo ed iraniano.

Ore 16. Con il solo parere contrario di Gandhi, l'assemblea sottoscrive un ultimatum. Se l'Inghilterra non accetta le condizioni poste dall'ingiunzione transnazionale, sarà la guerra.

Ore 19. Con un telegramma diretto alle Segreterie di Stato di Italia, Spagna, Olanda, Afrika, Etiopia, Arabia ed Iran, firmatarie dell'ultimatum, Winston Churchill dichiara guerra.
Viene ordinata l'evacuazione di tutte le forze disponibili dalla birmania ed il loro trasferimento in India. Al Canada viene ordinata la mobilitazione di tutti gli uomini atti alle armi che abbiano compiuto il 18° anno di età, poiché tutti gli inglesi disponibili sono già stati mobilitati durante la guerra con il Giappone.

Ore 23. Spinto da violenti tumulti popolari, Parlamento Canadese respinge la richiesta britannica. Il Primo Ministro Richard Bennett firma, come fecero in passato Australia e Nuova Zelanda, l'uscita dal Commonwealth ed il rientro in patria di tutte le forze canadesi presenti nello scenario del Pacifico. Combattere senza risultati contro il Giappone ha già comportato la perdita di quasi 200.000 giovani canadesi, tra morti, feriti, invalidi e dispersi, per delle guerre coloniali puramente inglesi che il popolo canadese non intende più sostenere con il proprio sangue.
Churchill è sconvolto. In tutto l'Impero Britannico con il massimo sforzo possibile non si supererebbero i 5.000.000 di soldati, di cui 3.000.000 indiani di scarsissima affidabilità. E dei 2.000.000 scarsi di inglesi disponibili, la metà è costituita dalle truppe duramente provate sul fronte del sud-est asiatico, mentre il restante milione è spartito tra altre colonie e riserve in patria. L'unica possibilità di vittoria è mantenere il controllo sulle divisioni indiane, a costo di usarle come carne da macello.

Ore 24.00-06.00 Inizia l'operazione "Mare Nostrum".
La squadra navale di Doormann bombarda le difese costiere della base britannica di Gibilterra, mentre le postazioni di terra vengono martellate dall'artiglieria spagnola. Dalle portaerei italiane i bombardieri della marina scaricano tonnellate di esplosivo su Malta, mettendo fuori gioco alcune stazioni radar della contraerea, mentre le corazzate cercano di forzare la Baia di San Giorgio.
Il bombardamento dell'artiglieria spagnola devasta l'aeroporto, impedendo alla pericolosa aviazione inglese di attaccare la flotta di Doormann, che con un cannoneggiamento furioso demolisce i moli e mette fuori uso o danneggia molte navi alla fonda. Le batterie costiere riescono a piazzare alcuni colpi micidiali, affondando due corvette e danneggiando gravemente un incrociatore. La corazzata ammiraglia è colpita varie volte ma non riporta gravi danni.
Sfondata la difesa terrestre grazie ad una notevole superiorità numerica, l'esercito spagnolo dilaga. Alcuni focolai di resistenza, concentrati principalmente a Devil's Tower ed a Great Europa Point sono ben presto ridotti al silenzio dal fuoco delle corazzate olandesi.
La ben difesa Malta resiste agevolmente alla flotta italiana. Le navi inglesi sono alla fonda nel ben difeso porto di Marsamuscetto e nel Porto Grande di Valletta, e le difese dei forti Tigne Point, Sant'Elmo, Ricasoli e Manoel sono nutrite ed agguerrite.
L'Amm. Riccardi chiede ed ottiene dal ten. Borghese l'assenso per un'operazione di forzatura del porto da attuarsi con l'intervento della X° Flottiglia MAS, comandata proprio da ten. Borghese.
L'operazione in realtà è un diversivo in quanto contemporaneamente viene distaccata una squadra, comandata dal Contramm. Bergamini, incaricata di far sbarcare il Reggimento "San Marco" nella Baia di Ghadira, mentre la 185ª Divisione paracadutisti "Folgore" atterra in silenzio con alianti nelle località di Mgarr, Mdina e Qrendi.
Lo sbarco ha successo e viene fissata subito una testa di ponte dalla quale entrare a Mellieha.
Mdina e Rabat vengono rapidamente occupati dal 186º Reggimento. Non altrettanto fortunati soni i colleghi del 187º Reggimento paracadutati a Mgarr, la cui avanzata è fermata dal forte Mosta, e del 185º Reggimento a Qrendi, dove i si trovano davanti al guarnito aeroporto di Medavia.
I forti di Mosta e Madliena vengono ignorati dal 187° e lasciati uomini del "San Marco" che avanzano da Mellieha, mentre gli uomini del 186° raggiungono i compagni del 185°. L'assalto dei due reggimenti alle difese antiaeree, unito ad violento attacco aereo alle installazioni, consente alle truppe italiane di prendere possesso dell'aeroporto, dando così un validissimo punto di atterraggio per fanteria ed artiglieria aviotrasportate.
Nel frattempo i carri leggeri e l'artiglieria reggimentale del "San Marco" riescono ad avere ragione dei forti Mosta e Madliena, aprendo la strada per Valletta da nord-ovest.
L'atterraggio di tre brigate motorizzate a Medavia dà la possibilità di iniziare l'avanzata verso Birgu, per circondare il capoluogo maltese.
La X° MAS intanto ha forzato con successo il Porto Grande, affondando con Siluri a Lenta Corsa, conosciuti come Maiali, le due navi da battaglia britanniche Valiant e Queen Elizabeth, e gettando nello scompiglio la guarnigione inglese che, con le prime notizie in arrivo dal resto dell'isola, inizia a farsi prendere dal panico.
Alle 5.00 il 185° ha raggiunto i forti di Sant'Angelo e San Michele, il 186° controlla i moli n° 6 e n°2, il 187° ha raggiunto Hamrun e gli uomini del "San Marco" sono ormai schierati tra Msida e Sliema.
In mare intanto l'aviazione e le batterie costiere britanniche, prima di venire messi fuori uso, riescono ad affondare la corazzata Caio Duilio, 3 incrociatori e 2 cacciatorpediniere, perdendo 8 Swordfish su 20. Degli altri 12, 3 vengono abbattuti in volo e 5 distrutti a terra dai caccia italiani nell'assalto all'aeroporto di Medavia. I 4 rimanenti sono catturati dai militari italiani a terra.
Martellata su tre lati dall'artiglieria divisionale, e dal mare dalle corazzate italiane, La Valletta capitola alle ore 6.00 del 20 Giugno.

20 Giugno. Truppe etiopi varano il confine dell'Eritrea britannica, mentre truppe Arabe assaltano il porto di Assab.
Tre divisioni iraniane entrano in Pakistan. Navi trasporto cariche di truppe salpano da Durban e Musqat dirette in Makran.
[Modificato da Xostantinou 31/07/2010 17:46]



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Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

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Ligius
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31/07/2010 21:58
 
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Bravo Kost ottimi sviluppi! Mi dispiace solo che per il fatto di non essere un esperto di tattica militare della WW2 non potrò darti grande aiuto :(
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02/08/2010 15:13
 
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21 Giugno. L'attacco improvviso nel mediterraneo, in africa ed in india, contemporaneo al "tradimento" del Canada lascia Churchill spiacevolmente colpito. In tarda mattinata viene convocato da Edoardo VIII, ed a stento riesce a farsi confermare la fiducia.

23 Giugno. Le truppe britanniche in Eritrea ricevono l'ordine di evacuazione immediata e vengono nascoste su navi mercantili in partenza da Massaua dirette ufficialmente in Australia. La fuga costringe ad abbandonare centinaia di pezzi di artiglieria e mezzi, non trasportabili in incognito.
Le guarnigioni delle città di Asmara ed Assab, assediate dalle truppe etiopi e dalla flotta araba, non potendo venire evacuate, si arrendono.
Truppe arabe entrano nel nord del paese dal confine con il Sudan.

25 Giugno. Viene siglato a Roma l'accordo di spartizione dell'Eritrea. L'Imperatore di Etiopia Hailé Selassié I ed il Califfo ʿAbd al-Ilāh si spartiscono l'Eritrea, con il Consenso di Carlo I e Vittorio Emanuele III. L'Eritrea centrale, con le regioni di Seraye, Hamasen, Samhar ed Akale Guzay e le città di Asmara e Massaua, vengono annesse all'Etiopia, l'Eritrea settentrionale con le regioni di Baraka, Sahil e Senhit vengono annesse dall'Arabia ed accorpate alla provincia del Sudan. La regione costiera di Denakil con l'importante porto di Assab viene ceduta all'Arabia in cambio del riconoscimento all'Etiopia del Sudan Meridionale, sulla linea dei fiumi Bahr el'Arab-Sobat, "de iure" indipendente dopo la Grande Guerra.
L'Italia estorce ad Etiopia ed Arabia il consenso a riprendere la Somalia come propria colonia, in cambio sottoscrive un documento nel quale rinuncia ad ogni rivendicazione sulla stessa Etiopia e sull'ex colonia libica, la cui Repubblica diviene de facto un protettorato Arabo. Inoltre il Califfato ottiene anche l'affiancamento ai governatorati italiani in Tunisia ed in futuro in Somalia di un delegato del governo Hashemita per la tutela delle popolazioni musulmane.
Il Regio Esercito si prepara a salpare in forze da Brindisi.
Le truppe inglesi passano rocambolescamente oltre le coste di Djibouti e riescono a sbarcare in Somalia, dove Churchill intende resistere.
[Modificato da Xostantinou 03/08/2010 10:33]



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So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
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Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

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E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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Patrikios
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Βασιλεύς Πορφυρογέννητος Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
13/09/2010 18:02
 
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30 Giugno. I capi tribù delle regioni di Belucistan, Khyber, Punjab, Sindh, Jammu e Kashmir si riuniscono in assemblea a Peshawar e dichiarano la secessione dalla colonia britannica d'India e l'adesione volontaria di queste regioni allo stato Persiano. Le truppe inglesi nelle retrovie vengono catturate dai propri ex commilitoni delle divisioni anglo-indiane di fede musulmana supportati dalla popolazione locale, disarmate e consegnate all'avanzante esercito Persiano. Lo Shah Rezā proclama l'annessione delle provincie pakistane, facendo andare su tutte le furie Churchill. L'impero britannico è ad un passo dal crollo e l'idea, seppur ai suoi occhi improponibile di abbandonare la Somalia senza colpo ferire per trasferire tutte le forze rimaste a resistere in India si fa strada nel parlamento britannico. Assieme alla caduta di Malta e dell'Eritrea, questo colpo durissimo in meno di una settimana mette duramente in crisi l'immagine in patria di Churchill e dell'Impero Britannico nel mondo.

La flotta araba e quella boera approdano a Makran, resa sicura dalle truppe Persiane, e sbarcano 500.000 uomini, che si assommano alle 3 armate Persiane, portando gli effettivi a ben 1.500.000 uomini. Un esercito costituito con un solo obiettivo, liberare l'India dall'Impero britannico.

1 luglio. Il reciproco interesse permette la firma di un armistizio di un anno tra la Russia Sovietica e gli alleati Persia e Turkestan, che mantengono il controllo sulle zone occupate durante l'avanzata.
Questo permette a Stalin di recuperare preziose armate da tutti i fronti in vista di una controffensiva contro gli alleati ad occidente.
Persia e Turkestan convogliano 2/3 delle loro armate verso il fronte indiano.
Le flotte congiunte italiana ed olandese salpano da Malta con l'obiettivo di occupare prima la Somalia britannica e poi partecipare all'invasione dell'India.

4 luglio. In una sessione straordinaria del Parlamento Britannico Churchill viene duramente attaccato da Edoardo VIII, che nonostante l'aperto disappunto del suo Primo Ministro, ordina l'evacuazione della Somalia e la resistenza delle truppe sul fronte indiano, con la speranza di conservarne il possesso almeno fino al raggiungimento di un compromesso per via diplomatica.
[Modificato da Xostantinou 20/09/2010 14:39]



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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