| | | OFFLINE | Post: 5.967 | | Patrikios | Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων | Βασιλεύς Πορφυρογέννητος Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ | |
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29/07/2010 11:25 | |
1 Giugno.
Ore 9. Il Ministro degli Esteri e della Guerra Sovietico Trockij è a Berlino per proporre un accordo di non belligeranza con le potenze della Coalizione, per poter avere mano libera da cacciare definitivamente il Giappone dalla Siberia.
Ore 10. Il Ministro Trockij è ricevuto dal Cancelliere von Papen. La proposta è respinta, ed al Ministro viene consegnata la dichiarazione di guerra congiunta firmata dai ministri della guerra di Finlandia, Germania, Bielorussia, Polonia, Austria, Ucraina, Romania, Bulgaria, Grecia, Turchia, Armenia, Azebaigian, Persia, Turkestan e Cina.
Il Casus Belli è dato dalla mancata risposta entro 30 giorni all'ultimatum cinese.
L'errore di valutazione sovietico è stato fatale.
Ore 10.15. Trockij telefona immediatamente al Capo di Stato Maggiore Vorošilov ordinando lo stato di guerra. Per i sovietici è una corsa contro il tempo.
Ore 10.30. Il Feldmaresciallo von Below ordina alle armate della coalizione l'attuazione dell'Unternehmen "Drang nach Osten".
Dal Golfo di Finlandia al Mar Nero, 20.000 tra carri pesanti Tiger I, carri leggeri PzKw III/J, cacciacarri StuG IV ed Hetzer, semoventi d'artiglieria Sturmpanzer IV "Brummbär" e Wespe, lanciarazzi Panzerwerfer Maultier e semoventi antiaereo Flakpanzer IV Kugelblitz, 5.000.000 di uomini assistiti da migliaia di mezzi di supporto meccanizzato come le piccole ed agili HK 102, semicingolati Sd.Kfz. 11 ed autoblindo Sd.Kfz. 234 Puma, si riversano oltre il confine sovietico.
Al Col. Erich Hartmann è affidata la direzione al fronte dell'intera Luftwaffe, ben 5.000 velivoli di cui principalmente caccia Fw 190, bombardieri He 277, Ju 390, Ju 488 e Ju 87 "Stuka".
La difesa sovietica, mobilitata e pronta già da 6 mesi, è dislocata sulla linea S. Pietroburgo-Novgorod-Tver-Mosca-Ryazan-Don, chiamata in codice "Linea Rossa".
In Russia viene ordinata la coscrizione obbligatoria immediata di tutti i cittadini atti alle armi che abbiano compiuto il 18° anno di età.
In base ai calcoli dello Stato Maggiore tedesco, le armate della Coalizione dovrebbero raggiungere la "Linea Rossa" in 16-18 ore.
Le truppe sovietiche, circa 20.000 uomini dalla Crimea al Baltico tra il confine russo e la Linea Rossa, sono colte completamente di sorpresa e fatte prigioniere.
L'esercito finlandese è diviso in due gruppi d'armata. Il Gruppo di Armate "Nord" punta su Murmansk, il Gruppo di Armate "Sud" punta a San Pietroburgo ed a colpire sul fianco destro il fronte sovietico.
Le armate turca, azera ed armena sono colpite ben prima di valicare il confine georgiano dalle armate di Stalin, allarmato già da mesi dai movimenti di truppe oltre confine. Il piccolo ma agguerrito esercito georgiano punta ad immobilizzare sui monti e distruggere gli eserciti della Coalizione...e passare al contrattacco.
Le armate di Turkestan, Iran e Cina varcano i confini siberiani, l'esercito giapponese prepara la controffensiva da sud-est.
Ore 12. L'ambasciatore inglese a Vienna, convocato d'urgenza dal Ministero degli Esteri imperiale, viene introdotto in una sala nella quale già discutono animatamente il Principe Ereditario Ottone d'Asburgo, il governatore dell'Afrika van Rensburg, il Primo Ministro Olandese Colijn, l'ambasciatore italiano Lessona, l'ambasciatore giapponese Oshima ed i suoi omologhi Arabo ed Iraniano. In disparte nota una figura ossuta, quasi scheletrica, di un vecchietto occhialuto dai modi calmi e pacifici. Un brivido gli corre lungo la schiena quando gli viene presentato Mohandas Gandhi, il famigerato leader degli indipendentisti indiani.
All'Inghilterra viene offerta la pace con il Giappone ed il riconoscimento della sovranità inglese sulla Malesia, Borneo settentrionale e Birmania fino al Salween, al confine con il Siam francese. Proposta ben gradita dall'Inghilterra.
Il problema sorge con le richieste della controparte.
Il documento concordato dalle potenze riunite chiede all'Inghilterra di concedere l'indipendenza all'India, che diverrebbe una repubblica federale sotto la guida di Gandhi, di abbandonare l'Eritrea, che verrebbe divisa tra il sud, cristiano, annesso all'Etiopia, ed il nord, musulmano, annesso all'Arabia, e la restituzione dell'ex Somalia Italiana, occupata durante la Grande Guerra, all'Italia.
L'ambasciatore inglese chiede tempo. Una decisione simile, la cui accettazione è praticamente impossibile, richiede quantomeno di venire presentata al Re ed al Parlamento.
Il Principe Ottone offre 30 giorni di tempo per ricevere quanto meno una prima bozza, anche se non definitiva.
Ore 16. Il Gruppo da Battaglia Portaerei "Graf Zeppelin" salpa dal porto militare di Kiel facente rotta su Arkhangel'sk. Fino al Mar di Norvegia il gruppo verrà scortato dalla Squadra da Battaglia "von Bismarck", capitanato dalla corazzata omonima.
2 Giugno.
Ore 5. Il I° Corpo d'Armata della coalizione, l'Heeresgruppe A "Zentrum" del Generaloberst Guderian prende contatto con le linee di difesa sovietiche alla periferia di Mosca. Iniziano i combattimenti.
Ore 6. Il II° Corpo d'Armata della coalizione, l'Heeresgruppe B "Süd"
del Generaloberst Rommell lancia l'assalto a Voronezh e la linea del Don. La seconda divisione ucraina assedia con 40 reggimenti cosacchi la città di Rostov.
Il III° Corpo d'Armata della Coalizione, l'Heeresgruppe C "Nord" del Generaloberst von Manstein inizia l'assedio di Novgorod.
Il Gen. Mannerheim, comandante del gruppo di armate meridionale, forza di slancio le prime difese sovietiche e prepara l'assedio di Leningrado. Contemporaneamente il suo braccio destro, il Gen. Siilasvuo, porta le armate settentrionali alla periferia di Murmansk, ma la base navale è già stata svuotata.
Il governo sovietico è stato evacuato e trasferito sotto la scorta della marina alla base militare di Rogachevo, in Novaya Zemlya.
Astrakhan e Samara sono bombardate dall'artiglieria turkmeno-iraniana.
L'offensiva cinese, guidata dall'esperto Kolchak in Buriazia, travolge le stanche truppe sovietiche conquistando di slancio Ulan Ude ed Irkutsk.
La controffensiva nipponica sull'Aldan è fermata dall'affluenza di truppe sovietiche dalla linea del basso Lena. L'avanzata verso Yakutsk si preannuncia molto più lenta e difficoltosa del previsto.
Batum e Sokhumi sono bombardate dalla flotta della Coalizione (bulgara, turca, greca, ucraina e romena). Stalin fissa le difese sulla linea dei fiumi Acharistsqali-Kura. Sul fronte azero l'esercito georgiano avanza e sfonda le linee armene a Balakən, conquistando di slancio le città di Zaqatala e Şaki. Le truppe azere ripiegano sul basso corso del Kura e sull'Ayricay. Sul fronte russo, molto poco guarnito, le truppe azere riescono a sfondare ed a prendere l'importante fortezza di Derbent, garantendosi così un accesso chiave al Daghestan ed all'intera Russia meridionale.
Ha successo invece l'offensiva armena a Tashir, che riesce a far ripiegare i georgiani su Dmanisi.
La squadra navale olandese dell'Amm. Doorman è alla fonda al porto spagnolo di Cadice.[Modificato da Xostantinou 04/08/2010 11:08]
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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”
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