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IRAN e la futura guerra

Ultimo Aggiornamento: 30/07/2010 09:18
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Ligius
Ilarchos
27/06/2010 18:28
 
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Potrebbe essere uno scenario plausibile....
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Patrikios
Μεγάς Λογοθέτης
Πρωτοσέβαστος
25/07/2010 07:30
 
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"Lunedì: sanzioni europee contro l’Iran. E il resto dell’anno? Sabotaggio"


Bruxelles. Sul programma nucleare iraniano, l’Unione europea lunedì farà ciò che avrebbe dovuto fare cinque anni fa, quando nell’agosto 2005 l’Iran tolse i sigilli all’impianto di arricchimento dell’uranio a Isfahan: adottare sanzioni così “ampie e robuste” da riportare la Repubblica islamica al tavolo dei negoziati. “L’Ue allarga in maniera autonoma le sanzioni delle Nazioni unite”, spiega al Foglio un ambasciatore europeo. Dopo anni di divisioni e rinvii, c’è l’accordo di tutti su misure che colpiscono idrocarburi, banche, assicurazioni, trasporti e personalità del regime. Saranno vietati i nuovi investimenti, l’assistenza tecnica e i trasferimenti di tecnologia nei settori del petrolio e del gas. Le sanzioni Ue limiteranno gli scambi commerciali e rafforzeranno il controllo sulle banche iraniane. Alcuni leader dei Guardiani della rivoluzione – come il capo di stato maggiore dei pasdaran, Ali Akbar Ahmadian – diverranno “personae non gratae”. Servirà un po’ di tempo per l’implementazione, deve ancora essere “adottato un regolamento”, dice l’ambasciatore. Ma “queste sanzioni sono sorprendentemente severe”, spiega Mark Fitzpatrick dell’International Institute for Strategic Studies di Londra. “Per la prima volta, l’Iran ha di fronte sanzioni che avranno un impatto significativo sull’economia”. Secondo Fitzpatrick, non basterà a convincere Teheran a rinunciare al programma nucleare. Ma “in passato l’Iran ha sempre fatto delle concessioni sotto pressione”. E lunedì i ministri degli Esteri Ue rinnoveranno l’offerta di negoziato. “La nostra risposta è pronta”, ha detto ieri il ministro degli Esteri iraniano Manouchehr Mottaki, spiegando che nei prossimi giorni annuncerà le sue condizioni al dialogo. Domani arriva a Ankara il ministro degli Esteri brasiliano, Celso Amorim, per resuscitare l’asse pro-iraniano con il suo omologo turco Ahmet Davutoglu. L’Iran compra dalla Turchia metà delle importazioni di benzina, il resto arriva dalla Cina e dal traffico clandestino attraverso il Kurdistan iracheno. Se le manovre dilatorie sono una specialità iraniana, la stretta delle sanzioni inizia a farsi sentire sull’economia. La scorsa settimana i bazarii di Teheran erano in sciopero contro l’aumento delle tasse. Intanto, le sanzioni sul materiale nucleare hanno rallentato l’arricchimento dell’uranio. I dati dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica rivelano un calo del 20 per cento delle centrifughe attive a Natanz: da 4.920 nel maggio 2009 a 3.936 nel 2010. Tra le ragioni, secondo il Financial Times, l’incompetenza degli scienziati iraniani e il sabotaggio. I servizi segreti occidentali avrebbero utilizzato le filiere legali e illegali che forniscono all’Iran materiali per le centrifughe introducendo pezzi di ricambio difettosi. Già nel 2006 un’esplosione di una centralina distrusse 50 centrifughe a Natanz. Nel 2004 gli ispettori dell’Aiea constatarono danni a componenti provenienti da una società svizzera avvicinata dalla Cia. “Recentemente un ampio numero di centrifughe iraniane sono scoppiate ed è stato necessario sostituirne circa la metà”, rivela un accademico al Ft: “Queste cose non accadono accidentalmente”.

Fonte: Quotidiano "Il Foglio"


Per proteggersi dall'avanguardia iraniana...

www.ilgiornale.it/esteri/israele_ora_ha_scudo_che_protegge_razzi_amici_teheran/23-07-2010/articolo-id=462776-page=0-co...
[Modificato da _Tiberias_ 25/07/2010 07:33]
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«I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.» D. Siciliani

«Il cielo stellato sopra di me la legge morale in me.» I. Kant

"Un esercito non può dare di più di quanto non gli sappia chiedere e offrire il suo paese." Generale Luigi Caligaris
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Patrikios
Μεγάς Λογοθέτης
Πρωτοσέβαστος
28/07/2010 06:55
 
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"Che cosa ci fa il capo del Mossad israeliano in Arabia Saudita ?". La sfida dell'Iran sta muovendo le acque politiche dell'intero Medio Oriente.


"Roma. Meir Degan, capo del Mossad israeliano, si sarebbe recato in Arabia Saudita per discutere strategie militari comuni nei confronti del programma atomico iraniano, secondo il WorldNetDaily. La notizia fa il paio con quella diffusa settimane fa dal Times di Londra secondo cui l’Arabia Saudita ha deciso di “spegnere” il suo sistema di difesa aerea per permettere il sorvolo di una flotta aerea israeliana che bombardi i siti nucleari iraniani di Bushehr (notizia smentita dall’ambasciatore saudita a Londra). Le due notizie sono quantomeno plausibili, alla luce delle dichiarazioni recenti dell’ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti (alleati dell’Arabia Saudita), Yousef al Otaiba, che ha descritto come i paesi del Golfo vivono la minaccia nucleare iraniana: “Gli aspetti positivi di una soluzione militare al problema nucleare iraniano hanno superato i probabili effetti negativi. Gli Emirati non possono vivere con un Iran nucleare. L’America magari sì. Noi no. I paesi della regione avvertono la minaccia iraniana in modo differente. A 7.000 miglia di distanza, e con due oceani di mezzo, la minaccia nucleare iraniana non sembra così credibile agli Usa. Non vi minaccia direttamente. Il nostro esercito, invece, si sveglia, sogna, respira, mangia e dorme con la minaccia iraniana. E’ l’unica preoccupazione per cui il nostro apparato militare si prepara e si addestra. Non ce ne sono altre. Non ci sono altri paesi che ci minacciano. C’è solo l’Iran”. Questo mentre Mubarak da mesi lascia transitare in pieno giorno per il Canale di Suez i sottomarini nucleari di Israele che si portano a ridosso dell’Iran, in vista di un attacco. Dunque, i timori dei governi arabi nei confronti dell’aggressività iraniana sono tali da far ritenere possibile che l’Arabia Saudita tratti sottobanco con Israele. Ma non è accertato che sia così, anche se Israele ha spesso siglato accordi clamorosi di cooperazione militare limitata e sottobanco anche con i suoi più acerrimi nemici. Il più clamoroso fu siglato da David Ben Gurion e Moshe Dayan nel 1958 con il re di Giordania Hussein. Ben Gurion e Dayan si impegnarono a non attaccare la Giordania per permettere a re Hussein di sguarnire completamente la sua frontiera con Israele e spostare tutte le sue divisioni al confine con l’Iraq e prevenire un golpe ordito da Nasser. E così fu. Un altro accordo tra Gerusalemme e Amman, con ogni probabilità, permise il sorvolo indisturbato della flotta aerea israeliana che nel 1981 bombardò il sito nucleare Osirak di Saddam Hussein. Nella guerra 1980-88, gli israeliani strinsero addirittura accordi con l’Iran di Khomeini, nella cornice dell’affaire Iran-Contras, per la fornitura di armi da impiegare contro Saddam Hussein. Siamo dunque alla vigilia di una clamorosa “intesa” tra Israele e un’Arabia Saudita capofila dei regimi arabi suoi nemici? E’ probabile, anche se è certo che questa alleanza metterebbe in crisi la stessa stabilità del regime di Riad a causa della sua ideologia ferocemente antisemita. Ma il fatto è che la “Barriera sunnita” (Arabia Saudita, Emirati, Egitto e Giordania) che Riad ha tentato di ergere per bloccare i progetti iraniani, su suggerimento di Condoleezza Rice, si è rivelata inconsistente anche sotto il profilo militare. Anche i regimi arabi più fondamentalisti devono quindi oggi prendere atto che solo Israele è in grado di difendere loro e tutto il mondo dalla minaccia di un Iran atomico."

Fonte: Quotidiano "Il Foglio".

www.ilfoglio.it/
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Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Βασιλεύς Πορφυρογέννητος Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
28/07/2010 08:53
 
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quindi siamo sempre più vicini alla guerra...



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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Μεγάς Λογοθέτης
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30/07/2010 04:59
 
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Altra analisi sulle contromisure politiche (e non solo) che i paesi arabi stanno adottando per scongiurare un'Iran nucleare.

"Si muove il sovrano"


Riad. Il monarca saudita si muove. Re Abdullah è partito ieri per un viaggio che toccherà tutti e quattro paesi confinanti con Israele: l’Egitto, la Giordania, la Siria e il Libano. Il culmine della missione arriverà venerdì quando, secondo funzionari del regno, il saudita si incontrerà a Damasco con il presidente siriano Bashar el Assad ed entrambi andranno in visita congiunta a Beirut, capitale del Libano, da sempre divisa tra l’influenza della Siria confinante e quella, per affiliazione tra sunniti, dell’Arabia Saudita. A Beirut Abdullah e Bashar el Assad formeranno un quartetto di potenti mediorientali mai visto prima assieme all’emiro del Qatar, Khaled bin Khalif al Thani, e al sovrano del Bahrein, Hamad bin Issa al Khalifa, e parleranno con il primo ministro Saad Hariri e con il presidente Michael Suleiman. Si tratta di un super vertice arabo che ha pochi precedenti, ma questo è un periodo speciale, segnato da una serie frenetica di incontri di tutti con tutti. Da occidente può sembrare che non si muova nulla e che tutti i protagonisti siano fermi, preoccupati soltanto di mantenere lo status quo: in realtà, sono tutti sospesi su una rotta di collisione con l’Iran, e più il momento della collisione si avvicina e più il ritmo degli incontri si fa accelerato. La settimana scorsa il primo ministro libanese è andato a Damasco per incontrare il siriano Assad – probabilmente per fare da apripista per la visita del suo padrino politico più potente, il re saudita. Il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu, stratega del nuovo corso “neo ottomano” della Turchia, ha incontrato il leader di Hamas Khaled Meshaal. L’ex primo ministro iracheno Iyyad Allawi, che sta conducendo trattative per formare il nuovo governo a Baghdad con l’appoggio dei sauditi, ha incontrato il leader sciita e filoiraniano Moqtada al Sadr. E il capo del Mossad israeliano sarebbe stato a palazzo reale in Arabia Saudita per incontrare il sovrano, ma non ci sono conferme. Intanto nel nord dello Yemen i ribelli Houthi che godono dell’appoggio di Teheran hanno lanciato un’offensiva violenta contro il governo che tende verso i sauditi.In Libano, il re saudita ha un piano diviso in due fasi, una a breve termine e una da giocare più sul lungo periodo. Vuole disinnescare la tensione potenzialmente devastante tra il governo e Hezbollah, che vede arrivare un verdetto di condanna dal Tribunale speciale delle Nazioni Unite sull’omicidio nel 2005 dell’ex premier Rafiq Hariri e già annuncia violenza. Da almeno un mese le voci di una possibile ripresa della guerra sul confine con Israele – prosieguo di quella del 2006 – e ora l’ipotesi di un suo distacco violento dal governo di Beirut agitano il Libano. Il premier Hariri ha appena mandato 1.500 soldati sul confine sud per impedire a Hezbollah provocazioni. L’ambasciatore francese a Beirut Denis Pietton, dopo un incontro urgente con il premier, ha detto che i rinforzi sono intesi a impedire azioni contro il contingente francese. Il gruppo sciita vorrebbe attaccare per guastare il vertice a quattro di domani, perché ha ben chiaro qual è l’obiettivo più a lungo termine del sovrano saudita. Re Abdullah in vista di un conflitto contro l’Iran che si sta armando di bomba nucleare punta a staccare Damasco dal suo storico patto di alleanza con Teheran, e in particolare a rinunciare a pensare al Libano come alla piattaforma da cui lanciare attacchi di rappresaglia contro Israele in caso di raid contro i siti del programma atomico iraniano. Hezbollah, che riceve centinaia di milioni di dollari in finanziamenti da Teheran, è contro e vuole rovinare ogni ipotesi di intesa. Prima dell’appuntamento in Libano, il programma di re Abdullah prevede incontri più facili. Ieri è stato a Sharm el Sheikh, in Egitto, per incontrare il presidente Hosni Mubarak, ansioso quanto il sovrano di agire contro il potere iraniano. Secondo gli osservatori, i due non credono che sia giunto il momento di negoziati diretti tra l’Autorità palestinese e Israele, e chiederanno al presidente dell’Anp, Abu Mazen, di annullare qualsiasi ipotesi di incontro. Arabia ed Egitto temono che in questo momento negoziati diretti potrebbero favorire gli estremisti filoiraniani di Hamas. Il saudita oggi incontrerà anche re Abdallah di Giordania, ufficialmente per parlare di economia: ma tratteranno anche di pace tra Israele e i palestinesi e di altro: la rotta aerea più breve verso l’Iran taglia i cieli di Amman.


Fonte: Quotidiano "Il Foglio".

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30/07/2010 09:18
 
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la cosa più inquietante è che "Il Foglio" a parte non vedo queste notizie da nessuna parte...possibile che si voglia tenere la gente allo scuro di una possibile guerra tutt'altro che trascurabile??



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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
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"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
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"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


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