Veramente non è tutto così banale, il mondo è già globalizzato, TAV o meno, e non è di certo la TAV a fare la differenza in queste cose. Chi sostiene teorie fantascientifiche del genere dimostra di non avere idea di come funzioni l'economia né su scala locale né su scala globale.
Il trasporto su rotaia serve a togliere TIR dalle strade, le merci costano meno, cala la domanda di gasolio (ed indirettamente il suo prezzo), calano i prezzi delle merci, si riduce l'inquinamento ed il traffico sulle strade.
Il mercato è già globalizzato, nessuno venderebbe più prodotti propri nei paesi altrui di quanto fanno già ora, visto che hanno già una libertà totale nei commerci.
Ed è una cosa ancor più assurda quella della delocalizzazione, poiché se le aziende stanno fuggendo dall'italia per andare a produrre all'estero è colpa delle condizioni di vita (tasse) assurde, TAV o meno alle aziende non cambia praticamente nulla.
La TAV Torino-Lione tra l'altro non è considerata importante né urgente nemmeno dalla stessa UE:
www.greenreport.it/_archivio/index.php?lang=it&page=default...
Vuol dire che il business dietro questo tratto di TAV fa gola a molti, mentre i tratti davvero importanti per l'economia internazionale passano in secondo piano, almeno finché non trovano il modo di specularci sopra.
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Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.
"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."
"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."
"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."
"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."
"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”