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Esercito Romano del V e VI secolo

Ultimo Aggiornamento: 07/02/2014 16:45
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Patrikios
Δεσπότης Σεβαστοκράτωρ μέγας δομέστικος
Kαῖσαρ Nωβελίσσιμος
06/09/2013 20:57
 
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Vorrei fornirvi un po di info sul esercito del V e VI secolo, si parla di informazioni inusuali legate al addestramento , al campo ecc...

Prima di tutto però è megli parlarvi della struttura, più che altro perchè così in seguito posso utilizzare i termini senza dover sepiegare ogni volta la loro funzione.

Le tipologie dei corpi

Limitanei
Comitatenses
bucellarii
Foederatoi
Symmachoi
Schole e protectores
excubitoreres


sui primi tre non c'è bisogno di soffermarsi in questa sede, tranne che l'insieme delle prime due veniva chiamato katalogoi.

I Foederatoi erano contentingenti formati in buona parte da saldati di origine non romana, che però erano integrati nel esercito come se lo fossero (quindi stesse condizioni di operatività, paga, disciplina, armi ed addestramento).

I Symmachoi erano invece contingenti "alleati" , quindi berbari al 100% con propi comandanti , armi e strategie, spesso si trattava di truppe mercenarie o forze di re vassalli.

Le Schole le conosciete già e avevano un ruolo abbastanza formale (dipende dai periodi), possono essere definite la guardia imperiale (con funzioni soprattutto cerimonialin) a costantinopoli .

Gli excubitoreres erano invece la vera guardia del corpo imperiale in battaglia.

Struttura

Cavalleria

unità base era il tagma (chiamato anche bandon, arithmos e numerus), formata da 200/400 uomini (non era fisso per impedire al nemico di capire i reali numeri del esercito).
La prima fila era formata dai decarchi (a capo di 10 uomini ) , la seconda dai pentarchi (controlavano metà della colonna cioè 5 uomini), mentre in ultima fila c'erano i tetrarchi, in mezzo invece i normali soldati.
Il tagma aveva forma rettangolare in genere con 8 o 10 file, però le file potevano variare da 5 a 10, i Foederatoi utilizzavano 7 file e gli optimates 5 + 2 di scudieri.
é reputato probabile che in battaglia le colonne venissero spezzate in due, una guidata dal decarca e una dal pentarca.
Al esremità delle formazioni si trovavano inoltre i ecatontarchi.
Da tre a otto tagma formavano una moira (fra i 2000 e i 3000 uomini), che era guidata da un doux o in altrenativa da un moirarca o un chiliarca, 2 o 3 moirai formavano un meros (6000/7000 uomini), comandato da un merarca o da un stratelates, dipendento direttamento dallo strategos (il comandante del esercito).
Ogni cavaliere doveva avere tre cavalli e uno scudiero, anch'esso con una cavalcatura.

fanteria

il tagma era disposto su 16 file , in prima linea si trovava il comandante della colonna (lochagos), ogni tagma era guidato da un tribunos (in alternativa da un bikàrios oppure un campidoctor cioè un istruttore), c'era poi un assistente (kappan bastàzon) , un portatore d'insegna (bandifer) e un trombettiere (toubator).
Ogni 4 soldati ci doveva essere un servitore che in genere guidava un carro trainato da un mulo su cui venivano posti tutti i materiali in eccesso per i soldati, come le tende, armi di riserva , cibo eccetera.
Gli stessi soldati di fanteria spesso si spostavano su dei muli durante la marcia, in modo di non essere stanchi in caso di battaglia.



Aruolamento

in questo periodo viene quasi del tutto abbadonata la coscrizione in favore del auruolamento volontario, ciò viene favorito da un aruolamento locale (quindi il soldato difende il propio territorio).
Le unità mobili sono invecesono collegate maggiormente ad un reclutamento etnico presso popoli specializzati in determinati campi militari.


Addestramento

Durava minimo un anno, al termine la recluta (tiro) non era ancora considerata un soldato, ma veniva inserita a poco a poco nel esercito.
Ai cavalieri venivano isegnato il tiro con l'arco a cavallo , il lancio del giavellotto (kontàrion), l'utilizzo della lancia a due mani (kontòs).
Gli veniva insegnato anche a combattere a piedi oltre al pankration.
Erano inoltre invitati a cacciare a cavallo con l'arco per tenersi in allenamento.
Una volta diventati bravi in queste arti si inserivano i soldati nelle formazioni.
Le esercitazioni di manovra che si imparavano erano chiamate manovra scitica, alanica, africana o illlirica e italica.

La scitica prevedeva di dividere la formazione in due moira affiancate, nello stesso momento entrambe dovevano spostarsi verso il loro lato libero compiendo un movimento circolare , incrociandosi senza scontarsi.

l'alanica prevedeva la divisione in diverse moirai , posizionate ad una certa distanza e divise a turno fra defensores e cursores.
Al segnale i cursores andavano verso il nemico, facevano un inversione a U, tornavano negli spazi fra i defensores dopo di che tutti insieme caricavano.

L'africana prevedeva uno schieramento su una linea con i cursores sui lati.
Le due ali avanzavano, ad un certo punto una delle due faceva un inversione a U passando dietro al centro (dove c'erano i defensores), mentre l'altra rallentava.
nella terza fase anche l'altra ala faceva un inversione ad U incrociandosi con la prima ala , senza scontrarsi, finendo per invertire le posizioni iniziali.

Infine l'italica (la più consigliata in battaglia), consisteva in due linee. nella prima c'erano al centro i defensore fiancheggiati da ambo le parti dai cursores, sulle ali c'erano a sinistra i fiancheggiatori, a destra i accerchiatori.
la seconda linea era fatta solo da defensores divisi in tre parti distanziate fra loro .
la manovra consisteva in un attacco dei cursores, una loro inversione a U, e una rapida ritirata fino a mettersi dietro la seconda linea.







paga

Lo stipendium veniva corrisposto ogni 4 mesi da un ufficiale chiamato erogator.
Come gli stipendi di oggi era soggeto a trattenute, collegate a tasse e indennità (le più corpose erano quelle legate a alle armi, al vestiario ed altri strumenti forniti dallo stato attraverso le fabbricae).
Normalmente era in natura, ma su richiesta poteva essere convertito in denaro (adaeratio).
Era formato dal annona( beni alimentari) e dal capitus(foraggio).
Queste pietanze si trovavano presso depositi statali (horrea), dove i contribuenti si recavano per pagare le tasse in natura, i fuzionari che gestivano i magazzini erano chiamati susceptores, e i soldati che si servivano qui erano chiaramente i limitanei.
I comitatenses invece avevano un iter diverso, gli optiones si recavano a ritirare queste tasse in natura con largo anticipo stipandoli nei magazzini e rilasciando ai contadini una ricevuta (formaria), grazie alla quale avrebbero potuto detrarre dalle tasse il valore già fornito.
In realtà non è chiaro se il contribuente pagasse le tasse in natura oppure in denaro e poi in un secondo momento l'amministrazione comprasse i cibo a prezzi prefissati (per molti aspetti il dubbio che il secondo caso sia quello giusto c'è, ma non abbiamo certezze).
Tornando invece al adaeratio, è difficile dire quanto venisse utilizzata, ma probabilmente era prassi convertire una buona quota dello stipendium, anche perchè ci sono beni che lo stato non ti fornisce, inoltre la dieta era fatta da cibi poco costosi e conservabili a lungo di cui vi parlerò dopo, e sembra strano che la fornitura di questi avesse un costo tanto alto.
Per intenderci un annonae in genere aveva un valore di 5 solidi un capitus di 4 ( ma il capitus è fondamentalmente fieno, quindi 4 solidi per 4 mesi di fieno ? quando lo stipendio annuale di un operaio arrivava a malapena a 12 ?, sono 16 solidi al anno, è vero che si dovavano sfamare tre cavalli più quello dell scudiero però sembra un po eccessivo, anche perchè in primavera ed estate si poteva utilizzare l'erba fresca, per cui è probabile che buona parte venisse utilizzato per la conversione), chiaramente questa era la paga di chi rimaneva in patria a combattere, se c'era bisogno di fare una campagna in territorio nemico si fornivano altre annonae e capitus.
Oltre a questi venivano dati 5 solidi ogni 5 anni e 9 ogni ascesa al trono di un imperatore.
Il soldato inoltre poteva sfruttare diverse agevolazioni fiscali per se e per la propia famiglia, oltre al assistenza legale gratuita nei tribunali civili.


La dieta


i soldati erano tenuti a seguire una determinata dieta che variava a seconda del rango.
il soldato normale si cibava per due giorni di buccellatum (una specie di galletta), il terzo giorno di pane (la choenix , cioè la razione, equivaleva a 1,3 kg), il vino (in realtà un succo d'uva visto che una legge stabiliva che fosse vino di stagione e non d'annata perchè più economico) e l' actum (il vecchio posca, miscuglio di acqua e aceto) a giorni alterni, per due giorni di carne di castrato (vervecinam) e un giorno banchettavano col lardo.
Se poi dovevano partecipare ad un operazione militare niente vino e pane, ma solo buccellatum e acetum.


Disciplina

Era punita con la morte :

La diserzione (sia il disertore sia chi non l'aveva denunciato).

Abbandono del posto.

Sopravanzamento del posto contro gli ordini.

Fuga davanti al nemico.

Saccheggio non autorizzato.

Cospirazione e ammutinamento.


La decimazione (apodèkatos) era ancora prevista per i reparti che si davano alla fuga , ne erano però esentati coloro che nel occasione rimanevano feriti.

Sottolineo che rispetto al periodo alto imperiale si erano addolciti (pensate un po....).




Il campo

era solitamente di forma quadrata , con 4 porte da cui partivano 2 strade che si incrociavano al centro (dove c'era la tenda del comandante, una terza strada correva lungo il perimetro, in questo modo il campo veniva diviso i quatro cuadrati più piccoli da queste vie, a loro volta quei cuadrati venivano suddivisi da altre vie.
Il luogo veniva scelto dai Antikènsores (dovevano trovare un luogo leggermente rialzato dove si trovasse eraba buona per i cavalli e acqua potabile).
A qual punto arrivavano i mensores che tracciavano il campo, insiema a porta stendardi delle unità che piazziavano lo stendardo in modo da segnalare ai commilitoni dove mettere le tende.
Dopo aver messo le tende si scavava il fossato (tàphros) profondo 1,5m e largo 1,5 m, la terra ricavata veniva utilizzata per costruire il terrapieno (kàrax) alto 90 cm, i triboli (trìboloi) vanivano sparsi davanti al fossato per 9 m, erano legati fra loro da una corda in modo da poterli recuperare facilmente, infine veniva posta una fascia con dei paletti a cui venivano legate delle corde tese con campanelle , in modo che divenisse impossibile per il nemico attacare di sorpresa.
spesso inoltre si mettevano i carri appena al interno del terrapieno come ulteriore misura precauzionale.
Per quanto riguarda le porte, in genere si prolungavano uno dei due bracci di difese ad uncino davanti alla porta come ulteriore precauzione.
Al centro del campo c'erano i comandanti e un grande altare (utile sia per i discorsi che per le funzioni), poi venivano le forze di cavalleria e sui lati la fanteria.
Le tende sul confine o sulle porte dovevano posizionare scudi e lancie verso l'esterno , creando una specie di palizzata, le porte dovevano essere presidiate da 10 uomini (come in periodo repubblicano).
le tende erano circolari ed occupate dai membri di una stessa decarchia, essere erano disposte secondo l'ordine di battaglia, erano fatte con il sindòn (un tessuno grossolano) e come già detto erano circolari, le provviste venivano messe al centro, le lancie erano piantate ai piedi dei giacigli con appogiati gli scudi, Il resto era messo a sinistra del giaciglio, prima i calzari, poi gli schinieri, la cintura, la corazza e l'elmo, poi la spada , l'arco e le protezioni per le braccia.



Prossimamente continuerò con gli esercizi d'addestramento.









"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
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Kαῖσαρ Nωβελίσσιμος
13/10/2013 22:19
 
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Riprendiamo.

Per completare il discorso direi di passare alla carriera.
Un soldato semplice poteva teoricamente aspirare a diventare ufficiale, di solito al interno della medesima unità, le truppe limitanee erano reclutate in loco, per cui i cambi erano rari e spesso momentanei, dovuti a situazioni particolari, e sembra che anche fra i comitatenses fossero dovuti solo a necessita impellenti soprattutto per mantenere la forza numerica di certe unità a determinati standard (per i romani avere dei compagni fissi era importante, li conoscevi quindi eri in grado di addatarti bene in tutte le situazioni e ti fidavi di loro, tutte cose molto importanti in battaglia).
La cariera militare poteva avvenire per meriti in primo luogo , e se c'erano più aspiranti ad un ruolo con un medesimo curriculum allora si guardava l'anzianità.
In epoca giustinianea si poteva passare da soldato semplice a semissalis-circitor-biarchus-centenarius, a questo punti molti si fermavano (il centenarius era equivalente del più antico centurione), quelli che per le propie doti riuscivano a proseguire potevano aspirare a diventare ducentanarius-senator-primicerius-bikàrius-tribunus (che era a capo del tagma o bandon, unità composta da 200 a 400 uomini).
Per maurizio invece i gradi del tagma di cavalleria erano Stratiotes (soldato semplice) - Tetrarca - Pentarca - Decarca - Ecatontarca - Tribunus (o in alternativa Comes).
Quelli di fanteria erano invece Stratiotes - Tetrarca - Pentarca - Decarca - Lochàgos - Tribunus (o in alternativa Comes).
Da questo ricavamo che probabilmente in epoca giustinianea alcuni di dei gradi sono doppioni o collegati a situazioni particolari.
Era possibile però fare carriera anche di altro tipo, di rango intermedio, ad esempio il portatore d'insegna poteva diventare bandifer-bandiphoros-semaiaphoros), i suonatori di strumenti (molto importanti in battaglia) erano i toubàtor e boukinàtor (vengono citati anche i tympanarius, coiè un tamburello), e poi bisogna ricordare i draconarios e ornithòbor (aquilifero), erano anche presenti i mandatòres (porta ordini), i kantatòres (araldi), i kappan bastàzon (portatori di mantello), i uperètai o domestici (assistenti degli ufficiali), i più importanti di tutti erano però i armidoctor e i kampidouktor, cioè gli addestratori a cui spesso si assegnavano comandi tattici.
La cariera di tipo amministrativo poteva portare lo Stratiotes a diventare un optio-actuarius-adiutor-chartularius.


A questa carriera bisogna aggiungere che dopo 20 anni di servizio il soldato veniva sollevato dai compiti più pesanti e si godeva di benefici fiscali (di solito ci si arruolava a 15/16 anni se si era parenti di soldati e a 18 per tutti gli altri, per cui se a 40 non si aveva fatto ancora carriera , diciamo che venire messi in una sorta di pre-pensionamento precludeva qualsiasi avanzamento), a quanto pare dopo i 20 anni di servizio il soldato poteva ritirarsi in qualsiasi momento con un honesta missio, non riceveva però nessuna liquidazione, e soprattutto sul limes si era costretti spesso a congedi forzati, si trattava di soldati che ormai non erano più in grado di cambattere efficacemente, ma sfruttavano il fatto che la situazione fosse tranquilla e che non dovessero faticare troppo per continuare a percepire uno stipendio molto remunerativo per l'epoca, bisogna ricordare che i soldati si potevano sposare ,avere figli e propietà, i limitanei lavoravano principalmente nella loro zona di reclutamento (quindi vicino casa), alcuni erano a 3 giorni di marcia dalla famiglia , altri c'è l'avevano nella città in cui servivano, spesso aiutavano la famiglia nelle attività commerciali e agricole quando non erano in servizio (le licenze dette commeatus potevano variare tra i 30 giorni e i tre mesi, chiaramente la si dava a pochi uomini alla volta e solo entro i confini della provincia e mai in tempo di guerra, e solo se la loro casa non era nei pressi del limes ,ma comunque entro i confini provinciali).
Quando ci si congedava con onore si riceveva un attestato che garantiva i privilegi acquisiti chiamato epistola, testimonium o testimonialis.
Se si volevano maggiori privilegi si poteva ritirarsi a 24 anni e in quel caso si riceveva un emerita missio, se invece ci si doveva congedare per problemi fisici (malatie debilitanti o ferite subite in servizio) allora si riceveva un causaria missio, che dava privilegi analoghi al emerita.
I previligi fiscali prevedevano l'esenzione dal capitatio (una tassa pro capite) in caso di honesta, in caso di emerita l'esenzione veniva espansa anche alla moglie, inoltre c'era un esenzione totale su un terreno di propietà (chiaramente fino alla morte del soldato), secondo alcune fonti più antiche (V secolo), venivano anche donati 50 modi di semente e due buoi, non sappiamo però se in epoca giustinianea questa prassi era continuata, anche se l'esenzione totale ricorda un po i themi.

Tattica

A questo punto ci dobbiamo porre la classica domanda : ma come erano disposte le unità in battaglia ?

Partiamo dalla cavalleria.

Come già detto un tagma era composto dai 200 ai 400 uomini, schierati in colonne di 10 uomini per 5/10 file, in genere le unità normali avevano 8 file, i foederatoi 7 e gli optimati 5.
In prima fila c'erano i decarchi , nella seconda i pentarchi, nelle ultime due i tetrarchi, mentre nelle due colonne più esterne c'erano i ecatontarchi, tutti armati pesantemente, mentre al centro della formazione c'erano unità più leggere dotate d'arco ( il tribuno e il vessilifero erano in prima linea al centro, spesso un classico tagma era sui 300/310 uomini, quindi veniva diviso in tre, la parte centrale comandata direttamente dal tribuno, mentre le due ali erano sotto il controllo dei centenari, sempre in prima linea).
Chiaramente così tante file erano poco utili in battaglia, si trattava di formazioni utilizzate durante la marcia e in parata, in battaglia le file venivano suddivise in modo alternato in primi (di cui facevano parte i decarchi e tutte le file dispari) e secundi (guidata dai pentarchi e composta dalle file pari), in caso di scontro le file pari defluivano alla loro destra creando in questo modo colonne alternate di primi e secundi e dimezzando le file (quindi in realtà la prima fila era formata da decarchi e pentarchi , e solamente l'ultima da tetrarchi).
Le unità di cavalleria venivano poi suddivise in cursores, defensores, accerchiatori, fiancheggiatori, incursori e drunghi, tutti specializzati in particolari compiti.
In questo perido diventa misura standard schierare la cavalleria su due linee (la seconda oltre che fornire supporto da anche rincalzi alla prima), la distanza fra le due linee deve inoltre essere tale da far credere al nemico che la seconda non ci sia.
La formazione poteva essere in ordine aperto (araios perìpatos), in questo caso, fra un cavallo è l'altro ci dovevano essere 2 m lateralmente e 4,5 m davanti e dietro, quest' ordine veniva tenuto durante la marcia, gli inseguimenti e attacchi veloci, era l'unico che permetteva il galoppo, ma cariche del genere , con lancie tenute a due mani e scudo a tracolla, venivano utilizzate solo se il fronte nemico stava cedendo.
L' ordine chiuso (sphìxis) necessitava invece di 90 cm in larghezza fra un cavallo e l'altro , e 2,40 m fra le file, si poteva tenere l'andatura del trotto, utilizata per cariche lente , ma costanti , se la carica non portava la formazione nemica a disperdersi allora i cavalieri defluivano di lato.
Infine c'è l'ordine alternato , una formazione inregolare in cui le teste dei cavalli della seconda fila venivano allineate con le spalle di quelli in prima, mentre le teste delle file sucessive erano allineate ai fianchi di quelle antecedenti, in questo modo , pur essendo una formazione chiusa era possibile lanciarsi al galoppo.
in attacchi a sorpresa, imboscate , inseguimenti e azioni di sostegno veniva utilizzata il dromungos, in cui un capo squadrone guida una formazione di cavalleria priva di ordinamento.

Prendiamo a questo punto in esempio un esercito di 15000 cavalieri:
In prima linea (promachos) ci sono tre mere divise a loro volta in tre morai, le morai esterne erano formate da cursores, mentre quella centrale (che costituiva 2/3 della forza) da defensores.
Il meros centrale era guidato dal conmdante in seconda del esercito (hypostrategos), sul lato sinistro c'erano alcuni tagma di fiancheggiatori , sul destro c'erano accerchiatori (e dietro di loro alcuni drungi ben nascosti).
La seconda linea aveva 4 mere, divisi da anpi spazi (coperti da poche file di cavalieri , in modo da far credere al nemico che la linea fosse più ampia di quanto realmente era), lo strategos era al centro della seconda linea, seguito dal bagaglio (toùldon) con i cavalli di riserva e la retroguardia (notophylax).
Se l'esercito era numericamente inferiore (o 5000-7000 o meno di 5000), lo schieramento rimaneva lo stesso (la seconda linea ad esempio era formata da un solo mere, ma c'era).
Durante la preparazione della battaglia venivano mandati due tagma in avanscoperta , fino a 1,5/3 km dalla prima linea.
Durante questo periodo gli araldi perforrevano la linea dicendo :"fate silenzio! nessuno arretri, nessuno avanzi davanti allo stendardo!" e "avanza in linea con gli altri della tua fila! osseva lo stendardo, seguilo insieme agli altri della tua compagnia, soldato ! così agisce un soldato valoroso !" , " se abbandoni lo stendardo non potrai mai vincere ! soldato, conserva la posizione assegnata ! anche tu portainsegne, conserva la tua posizione !" e " sia che combatti, sia che insegui il nemico, sia che tu rimanga in linea, non caricare impetuosamente per non rompere lo schieramento !".
Al comando "largiter ambula" le unità muovevano in avanti in ordine aperto e iniziava la battaglia.
Contro nemici numerosi, ma deboli e indisciplinati spesso si faceva una carica frontale al trotto, contro nemici capaci con un fronte largo quanto il propio si impegnava il fronte nemico mentre gli accerchiatori colpivano il fianco destro e i drugi lo aggirava e facevano rapidi attacchi alle sue spalle, se il nemico andava in crisi si lanciava l'attaco frontale .
Se il fronte nemico era superiore , il centro lo attacava da solo , in questo modo il nemico lo cercava di avvolgere e le ali lasciate indietro potevano colpirlo sui finchi e da dietro.
Se invece il fronte nemico era più corto attacavano insieme fiancheggiatori, accerchiatori e drungi, mentre la prima linea ritardava il più possibile l'ingaggio.
L'ultima tattica era quella unna, in cui i cursore attacavani il nemico, e dopo un breve scontro si ritiravano, se il nemico abboccava e gli inseguiva, i cursores li portavano in luoghi disseminati di trappole e triboli, dove forze di fanteria ben nascoste colpivano con imboscate , oppure ad un certo punto i cursores si giravano e contrattacavano.


Prossimamente la fanteria....






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20/10/2013 22:47
 
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Come promesso passiamo ora alla fanteria

Come per i tagma di cavalleria le formazioni di fanti erano divise in colonne con 16 file, davanti c'erano i lochagos (al posto quindi dei decarchi), le file erano nuovamente suddivise in primi (le dispari) e secundi (la pari), per il resto l'organizzazione del tagma era molto simile.

Le formazioni potevano essere quattro : aperta, chiusa, il foulkon e il droungos.

L'ordine aperto veniva utilizzato durante la marcia e lo schieramento , e necessitava di una distanza da soldato a soldato di 180 cm.

L' ordine chiuso invece veniva utilizzato soprattutto nelle battaglie campali.
Veniva assunto qundo il nemico si trovava a 600/900 m dal fronte, a quel punto i comandanti davano l'ordine "junge!", quindi tutte le colonne si compattavano verso quella centrale (se non c'era allora verso la linea mediana), fino a che i bordi degli scudi arrivavano a sfiorarsi .
In genere l'ordine chiuso non prevedeva colonne dritte , ma si preferiva sfasare le file, in modo che il soldato in seconda fila si trovasse fra due di prima fila e così via, in questo modo era più facile impedire infiltrazioni nemiche , mantenere la compattezza dello schieramento e sostituire i feriti.
Veniva anche consigliato ai soldati di colpire di punta con la spada il viso, la spalla destra o il collo del nemico, i punti in genere più vulnerabili.


Un altra formazione da ricordare era il foulkon.

Al comando "ad foulkon !" i soldati della prima linea si compattavano ulteriormente rispetto al ordine chiuso, in modo che lo scudo del soldato alla propia destra coprisse quasi la metà del propio scudo, arrivando vicino a toccare l'umbone, mentre i soldati delle file retostanti alzavano i propi scudi sopra la testa dei soldati davanti a loro, creando una sorta di tetto (il foulkon può essere considerato l'evoluzione della testudo).
La formazione veniva assunta anche quando bisognava fronteggiare una carica di cavalleria, con qualche modifica però, infatti in quei casi le prime file piantavano le lancie a terra, con una certa inclinazione, in modo da costituire ostacoli problematici ai cavalli, mentre la prima fila si inginocchiava (per avere una presa più salda sulla lancia).
Teoricamente la formazione poteva essere tenuta anche per spostarsi (molto lentamente) e per combattere, ma la difficoltà nei movimenti la rendevano poco adatta a questi ruoli, quindi una volta passata la carica di cavalleria o la selva di freccie si ritornava in ordine chiuso con il comando "largia ad ambas partes ! " (cioè : "allargarsi da ambo i lati").

Infine c'era il droungos.

Una formazione inregolare formata da 5 uomini armati in modo leggero con giavellotto , tranne uno che era un arcere e doveva coprire gli altri, era una formazione da utilizzare su terreni accidentati, in cui questi gruppi si coprivano l'un l'altro.


Le manovre

Le più classiche sono legate al dimezzamento o al raddopio delle colonne.
Al ordine "ad octo, exi" le colonne raddopiavano , passando da 16 a 8 file.
I primi rimanevano ai loro posti , mentre i secondi uscivano a destra formando la nuova colonna.
Al ordine " ad quattuor, exi !" le colonne diventavano di 4 elementi.
Al ordine "Intra !" le colonne tornavano di 16 file.
Al ordine "acia in acia !" diventavano di 32.

Altre manovre erano legate allo spostamento, soprattutto per passare da una formazione a colonna in una in linea.
Al ordine "ad conto, clina!" i soldati si giravano verso destra.
Al ordine "ad scuto, clina" ruotavano verso sinistra.
Al ordine "move" marciavano in avanti.
Al ordine "redi!" ruotavano nella direzione di partenza.


In caso di attacco alle spalle, se ci si trovava in ordine aperto, il comandante dava l'ordine "muta locum!", i decarchi allora si voltavano , percorrendo tutta la colonna e posizonandosi davanti al nemico, gli altri soldati li seguivano in fila.
Se si era in ordine chiuso allora l'ordine era "Transforma !" , i soldati si limitavano a girare su se stessi (quindi il tetrarca diventava il nuovo decarca).
Se il nemico era sia davanti che dietro allora, se si era in ordine aperto, l'ordine era " primi state, secundi ad difallangiam exite", le file dispari rimanevano al loro posto, mentre le pari , guidate dal pentarca , crevano dietro delle colonne di senso opposto.
Se invece si era in ordine chiuso il comando era "Medii partitiis ad ad difallangiam !", in questo caso la prima metà della colonna rimaneva ferma, mentre la seconda metà si girava.
Per tornare alle posizioni originarie l'ordine era "reverte !" .
Se si era accerchiati si creava un fronte unito su tette le direzioni , in quel caso l'ordine era "undique servate !".

Tattiche

La fanteria, per recarsi al campo di battaglia, non doveva marciare più di tre KM dal campo, e se il nemico si avvicinava lo doveva fare in assetto da battaglia.
La fanteria leggera (frombolieri, arceri e giavellotisti) poteva essere schierata in mezzo alla fanteria pesante (entaxis), sui fianchi (prosentaxis), alle spalle (hypòtaxis) o davanti (pròtaxis), a seconde della necessità.
Gli archi in questo periodo avevano una gittata fino a 300 m (anche se gli uomini erano precisi solo fino a 90-100 m, per cui lanci del genere venivano effetuati solo su formazioni compatte), con una cadenza di tiro minima di una freccia ogni 5 secondi, se si utilizzava un solenarion la gittata arrivava a 600 m .
La fanteria pesante doveva tenersi invece ben allineata, se questo non succedeva riceveva l'ordine "dirige frontem !".
Se il nemico prendeva tempo i fanti pesanti potevano sedersi e togliersi l'elmo (poco amato dai soldati come il casco dai motociclisti), mentre degli adetti distribuivano del acqua.
Se i soldati erano troppo vicini si dava l'ordine "largia ad ambas partes !" (allargarsi da ambo i lati), se si era a meno di 300 m dal nemico si poteva dare il già descritto ordine "ad fulcon !", chiaramente questa valeva solo per i fanti pesanti, quelli leggeri si sistemavano dietro ai primi e rispondevano al fuoco.
la formazione si abbandonava in prossimità del nemico, prendendo un ordine chiuso e scagliando i giavellorri prima di ingaggiarlo con la spada.

La prossima volta le formazioni miste....





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20/10/2013 23:01
 
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minchia glauco, tanta roba!

appena ho un po' di tempo me lo leggo tutto, oggi mi sono dato al modding


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
https://www.youtube.com/watch?v=QcvjoWOwnn4
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Patrikios
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21/10/2013 21:44
 
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questa sera non ho tempo di spiegare le formazioni miste, ma come antemprima vi posto quest'immagine.







"Quando ti senti eccezionalmente lucido, entusiasta, forte, quando ti senti in cima al mondo, capace di spostare le montagne, connesso al tuo sogno, all ' ideale, allora sai che hai il sole in tasca" S.B.
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28/10/2013 16:06
 
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riprendiamo

Plithìon
é una formazione composta da 4 unità di fanteria da 1000 uomini, predisposte come il lati di un quadrato, nella spazio vuoto al centro si trovava una formazione di cavalleria che poteva uscire e attaccare a sorpresa il nemico grazie a dei corridoi nelle formazioni di fanti , ben celati chiaramente.


Epikàmpios opisthia
è una formazione utilizzata contro la cavalleria nemica, si predisponeva un forte fronte di fanteria a forma di semi-quadrato, dietro le ali di fanteria venivano poste delle forze di cavalleria , seguite poi da piccole retroguardie di fanti, nel mezzo ci potevano stare i bagagli.
L'idea era che il nemico avrebbe attaccato frontalmente i fanti in foulkon (ottenendo quindi pochi risultati), al momento giusto la cavallieria sarebbe quindi uscita dalla formazione e avrebbe potuto attacare i fianchi e il retro della cavalleria nemica.

Epikàmpios emprosthìa
Un altro semi-quadrato, questa voltà però aperto verso il nemico (per questo è chiamato concavo), con il lato lungo formato da fanti e quelli corsti da cavalleria (sinceramente un trappola un po troppo ovvia, ma contro slavi e occidentali poteva funzionare).

Epikàmpios
Il nome non è specificato dallo strategikon, si tratta di un semi-quadrato (questa volta convesso), sempre con il lato lungo di fanteria e quelli corti di cavalleria, al attacco nemico i fanti si ritirano lentamente fino a ricreare epikàmpios emprosthìa, a questo punto il nemico si ritrova circondato , cavalieri e fanti iniziano quindi ad attacarlo contemporaneamente.

Cuneus (caput porcinum; suòs kefalè)
I soldati vengono disposti a freccia, la prima fila è fatta da tre uomini, la seconda da 5, la terza da 7, si continua fino alle trentaduesima.
Veniva utilizzato per spezzare in due il fronte nemico e doveva essere supportato da un intenso tiro di freccie e giavellotti nel punto d'impatto.
Le contromisure erano chiamate Koilèmbolos (cuneo cavo) , forfex (forbice) e Epikàmpios emprosthìa.

Serra (cioè sega)
è una formazione in cui più reparti si staccano contemporaniamente dal corpo principale per fare rapidi attacchi e rientrare (facendo movimenti lineari simili a quelli di una sega, da qui il nome), veniva utilizzato per prendere tempo o per indurre il nemico ad attacare.
Era fatto da i cursore di cavalleria o dalla fanteria leggera.

Formazione mista.
Nel caso in cui le forze di cavalleria e fanteria fossero equivalenti si disponevano su un unica linea in modo alternato.
La cavalleria lanciava quindi rapidi attachi per poi ritornare in linea sfruttando il riparo fornito dalle truppe appiedate, soprattutto dagli arceri.

Taxis orthìa diphalangia
Significa "falange doppia" ed è utilizzata durante gli spostamenti.
Vengono create due colonne di fanteria fra le viengono posti i bagagli, il rettangolo è chiuso poi da formazioni di cavalleria.

Taxis orthìa tetraphalangia
Quasi identica alla Taxis orthìa diphalangia , cambia solo che le colenne di fanteria vengono raddopiate, è utilizzata nei passaggi insidiosi.


A questo punto volevo parlarvi dei campi, ma ho deciso di scrivere in un treand apposito in cui tratterò dal campo repubblicano a quello comneno, quindi la prossima volta passerò agli armamenti.




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Patrikios
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29/10/2013 23:11
 
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Direi di iniziare dagli abiti dei soldati.

L'indumento principale era la tunica chiamata Chìton, Stìche o Stichàrion.
La differenza principale fra Chìton/Stìche e Stichàrion era che i primi arrivavano al massimo alle ginocchia, mentre l'ultimo arrivava fino alle caviglie.
Chiaramente il Chìton era utilizzato principalmente dalla fanteria , che doveva essere più mobile possibile, mentre lo Stichàrion era spesso in dotazione ai cavalieri, che dovevano proteggere meglio le gambe più esposte, anche gli ufficiali lo portavano, spesso però solo per questione estetiche (il loro Stichàrion era ricco di ricami e pietre dure).
In genere queste tuniche avevano maniche lunghe ,abbastanza attilate, ed erano fatte di lana o di lino, per quanto il cotone iniziava già a essere ampiamente utilizzato (soprattuto dai cavalieri, che avevano un paga più generosa).
I colori più utilizzati erano il rosso ed il marrone , sia per questioni di costi sia perchè permettevano una migliore mimetizzazione , nei secoli succesivi verrà utilizzato molto anche il verde, colori invece come il giallo e il blu erano molto costosi (senza parlare del porpora, che solo gli imperatori e la loro famiglia potevano portare), per cui i soldati non li utilizzavano (nei secoli succesivi il blu sarà invece comune fra le guardie imperiali),invece le guardie palatine e gli alti ufficiali portavano tuniche di seta bianca, ricamate con fili d'argento o d'oro .
In genere le tuniche avevano due foggie chiamate rispettivamente zostàrion e armelaùsion.
La prima era una classica tunica chiusa con una cintura, la seconda invece era aperta lateralmente, e veniva poi chiusa con la cintura o delle spille.
I bordi delle tuniche sono abbeliti con orbicoli e tabulae, mentre sulle maniche ci sono i segmenta più o meno estesi.
Dal VI secolo la bordatura intorno al collo si estende fino ai gomiti, mentre sul tirso compaioni i clavus.

tipologie di tuiche

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armelaùsion

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Clavi e orbicoli

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Altro indumento importante sono i pantaloni chiamati bracae o anaxurides.
In genere sono abbastanza larghi e comodi, i bordi inferiori sono molto decorati e spesso presentano righe.
Ancora nel V secolo era proibito portare a Roma pantaloni, nonostante ormai fossero un indumento comune.

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I piedi erano invece protetti da calze di lana o di feltro dette udones, in alternativa c'erano le ocreae, si trattava di pezzi di stoffa rettancolari avvolti intorno ai polpacci.

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Le scrpe sono dette campagus e venivano indossate sopra pesanti calze, erano in cuoio , con suola rigida, punte larghe e non più di due cinghie, spesso avevano suole chiodate.
I cavalieri invece indossavano stivali chiamati perones o endromida, di cuoio molto spesso e rigido, che arrivava fino al ginocchio.
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Il mantello pià comune era detto chlamys, si trattava di un manto classico rettangolare, l'esercito disponeva anche di un ulteriore manto, molto ampio con maniche e cappucio, fatto di feltro e chiamato noberonìkion, veniva utilizzato come soprabito in caso di pioggia (soprattutto per proteggere la corazza ) oppure per celare il soldato al nemico di notte o per mimetizzarsi con l'ambiente (ad esempio quando nevicava si utilizzava un mantello bianco, in mezzo alla foresta uno marrone o verde, eccetera).
L'ultimo tipo di mantello comune era la paenula, tipica dei viaggiatori, era un ampio manto di forma circolare con cappuccio.
Come in precedenza esisteva ancora l'usanza di chiudere il mantello con una spilla sulla spalla destra.

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Infine ci sono i cappelli.
Il primo era il pilleus, un berretto di origine balcanica fatto soprattutto di feltro di forma cilindrica, era però ancora molto di moda il berretto frigio.

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Abito completo

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Moirarchos
07/02/2014 16:45
 
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Molto Interessante tutto quanto!
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