http://totalwargamesitalia.freeforumzone.com/http://totalwargamesitalia.freeforumzone.com/ Il forum di Total War Online ItaliaStrategy Games Italia
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva

Catafratti e Clinibari qual'è la differenza??

Ultimo Aggiornamento: 22/05/2012 18:55
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 5.967
Patrikios
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Βασιλεύς Πορφυρογέννητος Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
13/04/2012 12:12
 
Email
 
Quota

Dopo il 1204 un esercito propriamente bizantino te lo puoi praticamente scordare...



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


OFFLINE
Post: 229
Ligius
Hekatontarchos
Autocratore
13/04/2012 19:22
 
Email
 
Quota

Merd !!!!
Non so se piangere o incavolarmi.
Accidenti al dannato periodo storico, non poter utilizzare eserciti tipicamente romei mi manda in bestia !!!

Nullum magnum ingenium mixtura demientiae - Non c'è mai grande ingegno senza una vena di follia
Trahit sua quemque voluptas - Ognuno è attratto da ciò che gli piace (Virgilio)
Tanti est exercitus, quanti imperator - Di tanto valore è l'esercito, di quanto il suo condottiero


OFFLINE
Post: 2.239
Moirarchos
13/04/2012 19:29
 
Email
 
Quota

penso dovremo tutti cambiare stile di gioco, ne vale la sopravvivenza.
io ad esempio non ho quasi mai assoldato mercenari, mi stanno antipatici, ma credo proprio che dovrò cambiare idea, ed amarli incondizionatamente in basileia :DD


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
https://www.youtube.com/watch?v=QcvjoWOwnn4
OFFLINE
Post: 5.967
Patrikios
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Βασιλεύς Πορφυρογέννητος Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
13/04/2012 19:39
 
Email
 
Quota

a meno che tu non voglia combattere solo con la guardia imperiale ed i contadini...



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


OFFLINE
Post: 2.239
Moirarchos
13/04/2012 19:46
 
Email
 
Quota

sì infatti, ci avevo pensato anch'io xD


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
https://www.youtube.com/watch?v=QcvjoWOwnn4
OFFLINE
Post: 918
Komes
13/04/2012 21:32
 
Email
 
Quota

Be ma si recluteranno in città non credo fossero mercenari che trovavi così in giro erano interi eserciti no?








« (...) Noi vogliamo dunque abolire radicalmente la dominazione e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, noi vogliamo che gli uomini affratellati da una solidarietà cosciente e voluta cooperino tutti volontariamente al benessere di tutti; noi vogliamo che la società sia costituita allo scopo di fornire a tutti gli esseri umani i mezzi per raggiungere il massimo benessere possibile, il massimo possibile sviluppo morale e materiale; noi vogliamo per tutti pane, libertà, amore, scienza. (...) »
( Errico Malatesta, Il Programma Anarchico, 1919
--------------------------------------------------
Mentre il popolo pensa che l’anarchismo sia solo un violento movimento contro lo Stato, l’anarchismo è un qualcosa di molto più sottile e con varie sfumature che una semplice opposizione al potere governativo. Gli anarchici si oppongono all’idea stessa che il potere e il dominio siano necessari per l’esistenza di una società, ed in alternativa vogliono la creazione di forme di organizzazione sociale, politica ed economica cooperative e non gerarchiche. (L. Susan Brown, The Politics of Individualism)
--------------------------------------------------
OFFLINE
Post: 5.967
Patrikios
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Βασιλεύς Πορφυρογέννητος Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
13/04/2012 22:43
 
Email
 
Quota

beh ovvio, i mercenari venivano ingaggiati a gruppi, non uno ad uno in mezzo alle campagne o ai boschi...
[Modificato da Xostantinou 13/04/2012 22:43]



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


OFFLINE
Post: 5.967
Patrikios
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων
Βασιλεύς Πορφυρογέννητος Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
21/05/2012 22:35
 
Email
 
Quota

http://www.imperobizantino.it/node/2198
Kataphraktoi e Kabalarioi
a cura di Gianfranco Cimino


Ho letto con vivo piacere ed interesse una discussione sui “Kataphraktoi” (questa l'esatta trasposizione nel ns. alfabeto del termine Greco in questione), su uno dei forum del Sito; vorrei però precisare qualcosa in più su questo interessante argomento.

Innanzi tutto bisogna tener presente l'enorme arco temporale lungo il quale si sviluppa la storia militare bizantina: gli eserciti dei Rhomaioi si svilupparono e si trasformarono in più di mille anni, cosicché i primi eserciti romani dell'est erano uguali ad un qualsiasi esercito romano del IV sec. d.C., mentre l'esercito che difese Costantinopoli nel 1453 era oramai un esercito di tipo rinascimentale.

Ciò premesso vi parrà sicuramente insignificante l'arco di tempo durante il quale i Rhomaioi usarono i Kataphraktoi propriamente detti: tra il regno di Niceforo Foca (963-969) e quello di Basilio II (976-1025), per circa un centinaio di anni, in uno degli apici della potenza militare imperiale.

Ma per spiegare meglio questa mia affermazione dobbiamo innanzi tutto definire il termine kataphraktos “catafratto”.
Esso è Greco, è attestato già in età ellenistica, e significa semplicemente “corazzato”; così abbiamo navi catafratte, fanti catafratti, cavalieri catafratti ecc.; il primo riferimento a cavalieri “kataphraktoi”, per quanto ne so, lo abbiamo in Polibio (II sec. a.C.).
Esso quindi non indica necessariamente un tipo particolare di soldato a cavallo, a meno che ciò non sia specificato nel contesto, né tanto meno indica il grado o il tipo di protezione portata; catafratti sono ad esempio i cavalieri dell'antichità classica protetti da un corsetto metallico, ma anche, nel medioevo bizantino, i cavalieri Occidentali ben protetti da armature a piastre e maglia.

Nell'accezione moderna del termine si intende invece per catafratto un cavaliere interamente (o quasi) corazzato, con lo stesso cavallo protetto da una bardatura.

I primi riferimenti a cavalieri catafratti (ovvero “corazzati”), nell'accezione moderna li troviamo in Senofonte, nell'Anabasi, quando ci descrive l'unità di “corazzieri” che accompagnava il persiano Ciro, anche se in questo caso la corazzatura e la bardatura non erano estese come, per esempio, nei successivi catafratti Parti.
Senofonte stesso propose più tardi l'adozione, da parte degli stati greci, di questo particolare tipo di cavalleria pesante.

Successivamente durante la campagna di Alessandro Magno contro l'Impero Persiano possono essere considerati catafratti, sempre nell'accezione moderna del termine, i cavalieri della Guardia del Re dei Re, o di alcuni Satrapi, nonché le cavallerie pesanti fornite ai Persiani dagli Armeni, dai Messageti e dai Battriani.
Quello che li faceva considerare “corazzati” agli occhi dei loro avversari Greci e Macedoni era la bardatura del cavallo e l'estensione della corazzatura del cavaliere; in realtà la cavalleria di elite macedone (gli eteri), meno protetta, ma più manovriera, meglio comandata e più addestrata a tattiche da shock ebbe la meglio su questi cavalieri.

Dunque i primi “catafratti” hanno un'origine orientale (Iranica per la precisione), ma furono ben presto copiati dai Successori di Alessandro, Selucidi in primis.
Si affermò così nell'area ellenistica, oltre che nell'area iranica e dell'Asia centrale, donde arrivò fino in Cina e Corea, questo tipo di cavalleria particolarmente protetta, e dotata di una pesante e lunga lancia, il kontos; in pratica i catafratti Parti o Seleucidi avevano cavallo e cavaliere integralmente protetti.

I Sarmati, popolazione di origine Iranica, portarono questo modello di cavalleria nell'area Est e Centro Europea; da notare che, come i loro predecessori Sciti, ed a differenza dei catafratti ellenistici o parti, i catafratti sarmati usavano non solo il kontos, ma anche l'arco, erano cioè armati in maniera duale.

Successivamente i Romani, che avevano incontrato i catafratti ellenistici, quelli Parti ed infine quelli Sarmati, attorno al II sec. d.C. introdussero nel loro ordinamento militare questo tipo di cavalleria, che chiamarono equites catafractarii.
Similmente ai catafratti Seleucidi e Parti quelli Romani erano completamente protetti, erano dotati di kontos e non usavano l'arco.
I catafractarii romani furono in uso fino al V sec., ma a loro sia affiancò, durante il III sec. o gli inizi del IV, un altro tipo di soldato a cavallo, il Clibanarius.

Il Clibanarius è sicuramente di origine Persiano sassanide, e nell'accezione originale del termine (inizio III sec. d.C., quando i Sassanidi subentrarono ai Parti) indicava un soldato a cavallo, ben protetto (anche se non come i catafractarii romani o i catafratti ellenistici o Parti), con la cavalcatura dotata di una bardatura, anche se parziale, e principalmente armato con un arco, che soppiantò in larga parte la precedente cavalleria catafratta partica.
Un qualcosa quindi più simile a precedenti esperienze Scite che a quelli che oggi denotiamo come catafratti.
Ancor oggi si discute dell'origine del termine Clibanarius, forse esso deriva dal persiano griv ban, che indica una gorgiera più che da un termine originariamente indicante il forno.

Sia come sia anche i Romani formarono unità di Clibanarii, anche se presso di essi non doveva esserci molta differenza, alla fin fine, tra Clibanarii e Catafractarii.

Queste esperienze precedenti, oltre che i contatti con gli Unni e (soprattutto) gli Avari, portarono, durante il VI sec., ma comunque prima dell'invasione araba, i Romani dell'est a sviluppare un loro proprio tipo di cavalleria, con il cavaliere abbastanza protetto (mancavano però le protezioni complete per gli arti, inferiori e superiori, tipiche dei catafractarii) e la cavalcatura dotata, almeno per i primi ranghi, di una parziale bardatura, armata di lancia ed arco (anche se è ancora da definire se questa dualità di armamento e di protezione si applicasse al singolo soldato o fosse ottenuta a livello di unità tattica o entrambe).
Questo nuovo tipo di cavalleria fu quella tipica per i Rhomaioi fino all'età dei Comneni, anche se non sempre l'Impero riuscì a mantenere gli standard di armamento ed addestramento stabiliti nei vari manuali quali lo Strategikon.
In particolar modo critico fu, nei secoli VIII e IX, l'addestramento delle truppe montate tematiche all'uso dell'arco da cavallo.

Tali cavalieri, che penso siano l'oggetto di questo thread, furono detti dai Rhomaioi stessi Kabalarioi, e non Kataphraktoi, nonostante quello che adesso comunemente si pensa.

Quelli che i Rhomaioi effettivamente chiamarono Kataphraktoi furono invece introdotti da Niceforo Foca, ed erano effettivamente dei catafratti, protetti com'erano dalla testa ai piedi, e con il cavallo completamente bardato da una protezione in tessuto.
Paradossalmente molti chiamano oggi questi Kataphraktoi …. Klibanophoroi, a seguito di una cattiva interpretazione moderna del testo dei Praecepta.

Il primo manuale che parla dei kataphraktoi sono i Praecepta militaria di Niceforo Foca; secondo questo testo essi dovevano essere schierati in un singolo tagma (vi sono pochi casi in cui se ne ricordano due) di 384 o 504 uomini in 12 file, in una formazione a cuneo ottimizzata per spezzare il centro dello schieramento nemico.

I soldati erano interamente protetti: i Praecepta affermano che i soli occhi dovevano rimanere scoperti, e così il corpo era protetto da una corazza lamellare chiamata klibanon, con protezioni in maglia (zabai) per la parte inferiore del corpo
Mankellia e chalkotuba (schinieri) fornivano protezione rispettivamente alle braccia ed alle gambe; il tutto era ricoperto da uno spesso indumento in cotone (epilorikion).
L'elmetti (kassidion) era completato da numerosi strati di zabai in maglia che coprivano faccia e nuca.
Il cavallo era anch'esso protetto integralmente, fatta eccezione per occhi, narici e la parte inferiore delle zampe, da una spessa bardatura in tessuto (kentukla) o da un'armatura in pelle di toro lavorata.
Infine i Kataphraktoi erano dotati di uno scudo circolare di circa 80 cm di diametro.
Secondo l'interpretazione per me più convincente l'armamento principale di questi cavalieri era una mazza in ferro (sidirorabdia); in effetti i primi 4 ranghi della formazione erano composti esclusivamente da mazzieri, mentre nei ranghi successivi vi erano, nelle file esterne soldati armati di una corta lancia (kontaria) o della mazza.
All'interno della formazione trovavano posto giavellottisti (akontistai) e arcieri (toxotai), questi ultimi protetti solo dal corsetto e dall'elemetto.

Sembra che i Kataphraktoi fossero radunati in unico Thema denominato Athanatoi (Immortali) da Giovanni Zimisce; certo di loro non si hanno più notizie (presumibilmente furono disciolti) dopo Basilio II.

Da notare che cavalleria simile fu usata anche dai mussulmani, mentre è da escludere qualsiasi connessione tra i Kataphraktoi (o i Kabalarioi) e la cavalleria pesante feudale europea, che allora si stava formando, che usava attrezzature e tattiche ben diverse.

Da tutto ciò si evince infine quanto questi Kataphraktoi fossero diversi, sotto il profilo tattico, dai Kabalarioi: orientati all'azione di sfondamento i primi, più flessibili dal punto di vista tattico, se addestrati ed equipaggiati al tiro secondo gli standard prescritti dai manuali, i secondi.



------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Κωνσταντίνος ΙΑ’ Δραγάσης Παλαιολόγος,
Xρoνoκράτoρ και Koσμoκράτoρ
Ελέω Θεού Βασιλευς και Αυτοκράτορ των Ρωμαίων.





"Ci sono quattro grandi cause per cui vale la pena di morire: la Fede, la Patria, la Famiglia ed il Basileus. Ora voi dovete essere pronti a sacrificare la propria vita per queste cose, come d'altronde anch'io sono pronto al sacrifico della mia stessa vita.
So che l'ora è giunta, che il nemico della nostra fede ci minaccia con ogni mezzo...Affido a voi, al vostro valore, questa splendida e celebre città, patria nostra, regina d'ogni altra.
Miei signori, miei fratelli, miei figli, l'ultimo onore dei Cristiani è nelle nostre mani."

"Ed allora questo principe, degno dell'immortalità, si tolse le insegne imperiali e le gettò via e, come se fosse un semplice privato, con la spada in pugno si gettò nella mischia. Mentre combatteva valorosamente per non morire invendicato, fu infine ucciso e confuse il proprio corpo regale con le rovine della città e la caduta del suo regno.
Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!."

"La sede dell'Impero Romano è Costantinopoli e colui che è e rimane Imperatore dei Romani è anche l'Imperatore di tutta la Terra."

"Re, io mi desterò dal mio sonno marmoreo,
E dal mio sepolcro mistico io ritornerò
Per spalancare la murata porta d'Oro;
E, vittorioso sopra i Califfi e gli Zar,
Dopo averli ricacciati oltre l'Albero della Mela Rossa,
Cercherò riposo sui miei antichi confini."

"Un Costantino la fondò, un Costantino la perse ed un Costantino la riprenderà”


OFFLINE
Post: 2.166
Moirarchos
21/05/2012 23:52
 
Email
 
Quota

Grazie Mille! Esaustivo come sempre! :)
OFFLINE
Post: 2.166
Moirarchos
22/05/2012 13:21
 
Email
 
Quota

In una Mod di BI avevo visto gli Equiti Catafractii oltre agli Equiti Clibanarii :) aveva un roster delle unità ERE immenso...tipo più di 40ina di unità! assurdo!!! non cm in BI liscio...
OFFLINE
Post: 2.239
Moirarchos
22/05/2012 14:25
 
Email
 
Quota

grazie kosta, sto amando sempre di + quel sito


"Per una scodella d'acqua, rendi un pasto abbondante; per un saluto gentile, prostrati a terra con zelo; per un semplice soldo, ripaga con oro; se ti salvano la vita, non risparmiare la tua. Così parole e azione del saggio riverisci; per ogni piccolo servizio, dà un compenso dieci volte maggiore: chi è davvero nobile, conosce tutti come uno solo e rende con gioia bene per male" - Mahatma Gandhi

"Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo." - Mahatma Gandhi

"You may say I'm a dreamer, but I'm not the only one" - Imagine, John Lennon

"ma é bene se la coscienza riceve larghe ferite perché in tal modo diventa più sensibile a ogni morso. Bisognerebbe leggere, credo, soltanto libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev'essere la scure per il mare gelato dentro di noi." - Franz Kafka

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L'indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L'indifferenza è il peso morto della storia. L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un'eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l'attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c'è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti." - Antonio Gramsci

http://www.youtube.com/watch?v=_M3dpL4nj3Q
https://www.youtube.com/watch?v=QcvjoWOwnn4
OFFLINE
Post: 229
Ligius
Hekatontarchos
Autocratore
22/05/2012 18:55
 
Email
 
Quota

Bene, questo forum sta diventando più informativo di una enciclopedia !!!
Io preferivo avere un roster completo in BI liscio, anche se antistorico.

Nullum magnum ingenium mixtura demientiae - Non c'è mai grande ingegno senza una vena di follia
Trahit sua quemque voluptas - Ognuno è attratto da ciò che gli piace (Virgilio)
Tanti est exercitus, quanti imperator - Di tanto valore è l'esercito, di quanto il suo condottiero


Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 2 3 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 00:53. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com